Giovedì 25 Aprile 2024

L’ombra di Mafia capitale su Paola Muraro. Ma lei: vado avanti

La titolare dell'Ambiente è indagata in concorso per abuso d'ufficio con l'ex Ama Fiscon

Paola Muraro (Imagoeconomica)

Paola Muraro (Imagoeconomica)

Roma, 1 ottobre 2016 - L’ASSESSORE più chiacchierato d’Italia dice di sprizzare tranquillità. «Vado avanti. Io credo nella magistratura. Il problema a Roma sono questioni come il traffico dei rifiuti, non io», assicura Paola Muraro. È vero. Ma è comunque innegabile che lei sta diventando la mina vagante della giunta: le inchieste a suo carico ora sono due. A quella per reati ambientali, se ne aggiunge un’altra politicamente ancora più imbarazzante poichè risulta connessa con la vicenda di Mafia capitale. La Procura di Roma l’ha iscritta per concorso in abuso d’ufficio con Giovanni Fiscon, ex direttore generale dell’Ama, uno dei principali imputati in quel processo. Fu lui a siglare i contratti dell’attuale assessore all’Ambiente con la municipalizzata dei rifiuti. E a sceglierla come consulente giudiziario nei suoi processi. Ragion per cui la posizione della Muraro sta diventando sempre più indifendibile. Tanto che l’opposizione dà per certa la sua eliminazione a breve, malgrado il patto sulle Olimpiadi siglato dal sindaco con il direttorio M5S secondo cui, dicono nel Pd, «se la Raggi avesse bocciato la candidatura di Roma i vertici grillini non avrebbe fatto storie sulla giunta».

MA LE cose, si sa, cambiano. La svolta sarebbe arrivata dall’ascolto di una trentina di telefonate inserite nel fascicolo dell’indagine su Salvatore Buzzi e Massimo Carminati. Le verifiche degli atti sequestrati presso l’azienda di rifiuti hanno fatto il resto, delineando un quadro che mette la Muraro al centro di interessi ritenuti illeciti dai pm. La contestazione più pesante riguarda l’incarico da lei ottenuto all’interno di Ama. Non una semplice consulenza come previsto dagli accordi ma un ruolo da manager. Poi sarà lei a chiarire quali siano stati i contatti con Fiscon nell’interrogatorio in Procura, fissato – pare – per metà ottobre: uno slittamento forse legato alla scelta dell’avvocato Sciullo – difensore di entrambi – di rimettere il mandato, con la richiesta all’assessore di scegliere un altro legale.