Venerdì 26 Aprile 2024

Ong e migranti, scontro Alfano-Orlando. Grasso a Di Maio: "Studia"

il ministro degli Esteri difende il pm di Catania, il Guardasigilli lo attacca. Il premier Gentiloni prova a mediare: "La magistratura indaghi, ma volontari preziosi"

Soccorsi ai migranti in mare (Ansa)

Soccorsi ai migranti in mare (Ansa)

Catania, 29 aprile 2017 - La polemica sul ruolo delle Ong nei soccorsi in mare ai migranti non accenna a placarsi, anzi il mondo politico si spacca in due tra chi appoggia il Procuratore di Catania Zuccaro che ha sollevato il caso (che intanto finirà all'attenzione del Csm) e chi invece difende strenuamente l'operato delle organizzazioni non governative. 

Nella questione oggi entra anche il ministro degli Esteri Angelino Alfano, che si schiera con il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio. "Io do cento per cento di ragione al procuratore Zuccaro, perché ha posto una questione vera". "Tutti quelli che devono sapere sanno che questo rischio c'é - ha aggiunto Alfano - Ha il cento per cento di ragione lui. Sono degli ipocriti e dei sepolcri un pò imbiancati tutti quelli che si indignano a comando. Cioè, se i magistrati dicono delle cose che a loro piacciono, allora i magistrati possono parlare; se dicono cose che a loro non piacciono, i magistrati devono stare zitti". Per il ministro Alfano "il procuratore Zuccaro non ha generalizzato, non ha sparato genericamente su tutte le ong, ma occorre andare fino in fondo". 

Cerca di mediare il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. "Se ci sono da parte della magistratura delle informazioni attendibili e credibili, non sarà certo il governo a contrastarle, ma distinguiamo questo dal fatto che per noi l'attività delle organizzazioni di volontariato è preziosa e benvenuta". Ci sono traffici? "La magistratura indagherà". I volontari che salvano vite umane "sono benvenuti", ha aggiunto. Interviene di nuovo siulla vicenda il ministro della Giustizia, Andrea Orlando. "La vicenda delle Ong lasciamola decidere agli atti giudiziari per quanto riguarda l'aspetto penale. Sotto il profilo politico credo che, al netto di questa storia, vada raccontata come un insieme di vicende che hanno consentito di affrontare situazioni difficilissime in condizioni difficilissime", ha detto il Guardasigilli.

ORLANDO ALL'ATTACCO - Nel pomeriggio il Guardiasigilli passa al contrattacco e si rivolge direttamente all'ex capo del Viminale. "Non credo si debbano sostenere le tesi del procuratore di Catania - dice -, bisogna sostenere le inchieste del procuratore di Catania e sulla base di queste trarre delle conclusioni". E aggiunge: "Se Alfano è convinto che abbia ragione nel descrivere quel quadro di insieme che il procuratore indica, e che io non sono in grado di confutare, non essendomi occupato del tema, c'è da chiedersi perché non se n'è accordo quando faceva il ministro degli interni. Probabilmente  è una distrazione di Alfano".

LA CONTRO REPLICA - Dibattito finito? Per nulla, perché pronta arriva la replica di Alfano. "Non cercavo la polemica col collega Orlando e mi sorprende la sua dichiarazione. Ho difeso il procuratore. Ho fatto la dichiarazione che avrebbe dovuto fare il Guardasigilli Orlando se non fosse assente da via Arenula. Evidentemente il Guardasigilli, ormai, è in campagna elettorale permanente". "Io, nel merito - argomenta ancora -, sono stato un ministro dell'Interno corretto e non ho parlato pubblicamente delle inchieste dei magistrati di Catania, se non per congratularmi con loro. Faccio notare, infine, ad Orlando che io non ho commentato un'inchiesta, ma ho difeso un magistrato dalle accuse da lui ricevute per avere espresso la propria opinione. Forse avrebbe dovuto farlo il ministro della Giustizia", conclude.

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RENZI - "Noi siamo dalla parte di chi costantemente lavora per la legalità e quindi se ci sono delle prove noi siamo per i giudici e la difesa dei giudici vale per tutti", commenta invece Matteo Renzi su Facebook. "Detto questo - aggiunge -, "un politico serio cerca di risolvere il problema non di alimentare la paura. Se c'è un problema su qualche Ong si risolve il problema con quella Ong ma non si spara nel mucchio per prendere i voti: la differenza di fondo tra noi e M5S e Lega è che loro vogliono prendere voti noi vogliamo fermare gli scafisti".

DI MAIO-GRASSO - Insomma un tutti contro tutti, senza dimenticare proprio Luigi Di Maio che punta il dito contro i "presidenti delle Camere - Boldrini e Grasso - che dovrebbero essere due cariche al di sopra delle parti e che invece hanno deciso di prendere parte alla fiera dell'ipocrisia sulle Ong". E, tirato in ballo, interviene prontamente Pietro Grasso affidando il suo pensiero ai social. "Nessuno - il governo, un blog o un'impresa privata - ha mai nemmeno provato a suggerirmi cosa pensare o dire", scrive la seconda carica dello Stato su Facebook. Quindi parte la bacchettata all'eponente dei 5 Stelle: "Caro Luigi, sei giovane, ma faresti bene a ricordarti che a tutte le eta' si può e deve imparare. Hai già dimostrato più volte di avere grosse lacune, in storia, geografia e diritto: qualche lezione ti sarebbe utile".

Anche in questo caso, però, non finisce qui.