Mercoledì 24 Aprile 2024

Il richiamo di Mattarella da Gorizia: "Troppe critiche all'Ue"

Il presidente della Repubblica: "L'Europa ha cambiato le regole, facendo tacere le armi e avanzare il dialogo"

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella (Ansa)

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella (Ansa)

Roma, 26 ottobre 2016 - Il presidente della Repubblica difende l'Unione europea, che "ha cambiato le regole del gioco, facendo tacere le armi e parlare i popoli, facendo recedere i nazionalismi e avanzare il dialogo". "Troppe volte - nella dialettica interna e internazionale - l'Unione viene criticata, le sue regole trattate come l'esempio di una burocrazia complessa e, a volte, addirittura oppressiva, come un limite rispetto a un passato esclusivamente nazionale che taluno vorrebbe raffigurare come una sorta di 'età dell'oro' ", ha detto Sergio Mattarella intervenendo a Gorizia a un convegno nell'ambito del centenario della prima guerra mondiale. Parole che sembrano quasi voler stemperare le tensioni tra Bruxelles e Roma , dopo l'invio della lettera Ue che chiede chiaramenti sulla manovra finanziaria del 2017.

"Questo giudizio - ha continuato il capo dello Stato - non rispecchia le straordinarie conquiste di un modello di convivenza e crescita unico al mondo - visto in altri continenti come modello cui ispirarsi - e non riflette la verità più profonda che emerge dalle vicende storiche vissute dal nostro Continente. Qui abbiamo esperienza e concreta testimonianza di un passato che ha portato con sé lutto, distruzione e privazioni". 

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E proprio l'Unione Europea, ha aggiunto Mattarella, "ha cambiato le 'regole del gioco', facendo sempre più scoprire i tanti aspetti che uniscono, le tante affinità, l'identità di desideri di pace, di serenità, di collaborazione, di progresso per le singole persone e per le comunità. E' a questo progetto politico e sociale, prima ancora che economico, che dobbiamo il più lungo periodo di pace che l'Europa abbia mai sperimentato. E questo 'primato della pace' non va rimosso nelle riflessioni, e men che mai, dimenticato, proprio perche' desideriamo fortemente che esso sia irreversibile". 

Il capo dello Stato ha sottolineato che "dobbiamo sempre tenere a mente come i risultati raggiunti sinora non debbano mai considerarsi scontati e, quindi, automaticamente eterni". Le eccessive critiche, secondo Mattarella, rischiano di inasprire i toni e allontanare le popolazioni. "Ce lo ricorda la cronaca di questi mesi, contrassegnata dalla insistenza con la quale, altrove, si continuano a mettere in discussione i valori fondanti dell'Unione e non soltanto le sue scelte, evocando velleitariamente la costruzione di nuove barriere".

Tuttavia, ha proseguito, la globalizzazione "ha reso vicini problemi e fenomeni un tempo lontani" e "i confini possono trasformarsi in ponti che uniscono" come nel caso dei "gerani che delimitano il confine tra Italia e Slovenia". Quindi l'invito finale. "E' dovere delle classi dirigenti europee diffondere fra i giovani il senso dei valori sui quali sono costruite le nostre democrazie, e il progetto comune, l'Unione Europea, che i padri fondatori animarono, per non dover più vivere le tragiche esperienze della guerra e delle dittature", ha concluso Mattarella.