Sabato 27 Aprile 2024

Pil al minimo, falchi Ue in allerta. La manovrina fa leva sulle tasse

Crescita bassa, spunta un’altra rottamazione delle cartelle

Pier Carlo Padoan (da Qn)

Pier Carlo Padoan (da Qn)

ROMA, 17 maggio 2017 - IL SEGNO più c’è, ma a deludere è il decimale che segue: 0,2%. L’Istat ha certificato ieri che nel primo trimestre il Pil è cresciuto rispetto a quello precedente, ma non quanto sperato. Lo 0,2% in più di crescita (+0,8% a livello tendenziale, cioè rispetto al primo trimestre del 2016) rappresenta un incremento non esaltante, che dimostra come la ripresa economica sia ancora troppo lenta. Va ricordato che la crescita condiziona i nostri rapporti con Bruxelles. I falchi della Commissione Ue ieri non sono riusciti a far passare l’ipotesi di chiedere all’Italia una nuova manovra correttiva da 4 miliardi, ma è evidente che più soldi il Belpaese riesce a rastrellare meglio è. Non è un caso che alla Camera, tra gli emendamenti presentati alla manovrina, spicchi la riapertura dei termini per la rottamazione delle cartelle esattoriali.

L’OPERAZIONE «definizione agevolata» si è chiusa lo scorso 21 aprile con adesioni che sfiorano quota 900mila. I deputati chiedono non solo di prorogare fino a ottobre i termini per presentare la domanda ma anche di allungare i tempi per saldare i debiti in 10 rate bimestrali di pari importo. È evidente che la diluizione dei pagamenti riduce il gettito delle prime rate, ma dovrebbe aumentare le adesioni. In Parlamento si punta anche ad estendere agli accertamenti la definizione agevolata, oltre a risistemare la procedura per rottamare anche le liti fiscali. Ieri a Strasburgo non c’è stato dunque il colpo di coda dei rigoristi capitanati dal vice presidente della Commissione Dombrovskis, ma non ha prevalso nemmeno la linea del commissario agli Affari economici Pierre Moscovici, pronto a dimezzare la richiesta all’Italia di un aggiustamento del deficit strutturale 2018 da 0,6 a 0,3% (poco più di 5 miliardi). Dopo una complicata discussione i commissari sono arrivati a un compromesso sulla linea da seguire nel valutare i programmi di stabilità, che rappresenta comunque un altro passo avanti verso un allentamento dei vincoli sui conti pubblici. Bruxelles per la prima volta non indicherà nelle raccomandazioni economiche in arrivo la prossima settimana il nuovo target di aggiustamento dei conti 2018. Il tutto verrà definito assieme ai Paesi con un negoziato che parte oggi e finirà in autunno. 

TORNANDO alla manovrina in discussione a Montecitorio, oltre alle proposte di modifica sulle cartelle esattoriali, c’è una gran voglia di riprendere in mano la partita dei voucher. «Eliminarli senza una soluzione alternativa sarebbe una follia, ma Paolo Gentiloni, che sta lavorando con tutto il nostro sostegno, ha preso un impegno e io ne sono contento», sottolinea Matteo Renzi. «Dal segretario del Pd musica per le nostre orecchie», dice il capogruppo di Ap, Paolo Tancredi, che sottolinea: «Andremo avanti sull’ampliamento del lavoro intermittente a chiamata, sull’introduzione dei mini jobs e sui coupon famiglia». Immediato l’altolà della Cgil: «Torniamo in Cassazione se verrà aumentata la precarizzazione del lavoro».  Intanto ieri è stato ripescato l’emendamento di Zanetti per introdurre una flat tax al 10% per i pensionati stranieri che decidano di trasferire la residenza in Italia.