Mercoledì 24 Aprile 2024

Giannuli: "La kermesse di Ivrea? Una scuola di politica. E Grillo si ritirerà"

L'intellettuale e saggista vicino al Movimento era tra i relatori della kermesse di Davide Casaleggio. Ma stoppa l'investitura del figlio del guru: "Non corre per la premiership. Resterà Di Maio. E Beppe credo che lascerà dopo le Politiche"

Aldo Giannuli

Aldo Giannuli

«La kermesse organizzata da Davide Casaleggio? Una sorta di scuola di politica. Al tempo del partitone si sarebbe parlato di un’opera di egemonia culturale...». Aldo Giannuli, intellettuale e saggista, insegna alla facoltà di Scienze Politiche della Statale di Milano e da sempre è vicino al Movimento 5 Stelle. Sabato era Ivrea come relatore e come uno dei fondatori dell’associazione Gianroberto Casaleggio. A Ivrea si parlava di futuro e lei rispolvera il Pci e le scuole di politica? «Visti gli strafalcioni che ogni tanto fanno i 5 Stelle, credo che potrebbero avere un’utilità pedagogica». Eventi così, con esperti, giornalisti, manager, servono anche a selezionare una classe dirigente? «L’Associazione Gianroberto Casaleggio non ha questa finalità. Va oltre il M5S. Vuole creare un gruppo di pressione, un’élite delle nanotecnologie, in grado di cambiare il mondo. Organizzare convention con tante ‘menti’ può avere un effetto collaterale positivo: si forma una comunità di intellettuali e scienziati e da qui può nascere una classe dirigente capace e brillante».  E il candidato premier? Per Matteo Renzi il leader M5S è Davide Casaleggio. Luigi Di Maio è ormai in seconda fila? «Macché. Davide non è in corsa per la premiership. A differenza del padre, non è un sognatore ma un uomo concreto. Più che un politico è un imprenditore. Certo gestisce Rousseau, quindi un ruolo politico ce l’ha. Ma il leader, a meno di colpi di scena, resta Di Maio». Beppe Grillo, ieri, ha scritto un post in cui annuncia la fine delle proteste di piazza e una nuova fase del Movimento.  «È chiaro che il M5S si candida come partito di governo».  Nessun passo di lato di Grillo?

«Non ora. Magari dopo le Politiche si ritirerà. Il capo del Movimento potrebbe diventare Alessandro Di Battista». Altri parlamentari in ascesa? «Ce ne sono tanti, capaci. Ma anche la sindaca di Torino, Chiara Appendino, è un’ottima risorsa». Nel Movimento, però, vige la regola dei due mandati: una volta terminati, addio politica. «I 5 Stelle capiranno che, se arriveranno a governare il Paese, avranno bisogno di gente preparata. Non potranno più permettersi una limitazione del genere».  A Ivrea c’è stata una specie di mutazione genetica del Movimento: meno giovani, qualche imprenditore e professionista. «Il Movimento deve aprirsi ad altri mondi, parlare anche a chi non la pensa nello stesso modo e non vota 5 Stelle. Serve un cambio di mentalità: non può più vivere con l’ossessione di ‘infiltrazioni’. I voti non significano adesioni al Movimento. Sarà vero per un terzo dell’elettorato. Non per tutti».