Giovedì 2 Maggio 2024

Direzione Pd, Emiliano resta e sfida Renzi

Il governatore della Puglia corre per la segreteria e cita il Che: "Chi non lotta ha già perso". Speranza: "Avanti con il nuovo soggetto politico". L'ex premier intanto vola in Usa

Il governatore della Puglia Michele Emiliano (Ansa)

Il governatore della Puglia Michele Emiliano (Ansa)

Roma, 21 febbraio 2017 - Michele Emiliano non molla e si presenta in direzione Pd, Matteo Renzi no. Il governatore della Puglia ha sciolto le riserve, ha deciso di restare nel Pd e di confermare la sua candidatura alla segreteria. Attacca l'ex premier a testa bassa e chiude il suo intervento citando il Che: "Chi non lotta ha già perso". Dal canto loro Bersani, Speranza & Co. restano fuori, dalla direzione e - di fatto - dal partito. Ma il governatore pugliese spera ancora: "Si sono fatti l'idea che fosse inutile contendere la leadership all'interno del Pd. Io spero che ci ripensino. Farò di tutto perché rientrino". Sarà difficile, visto che Roberto Speranza gli lancia la stilettata: "Lui resta nel partito di Renzi, io no".

E mentre Romano Prodi assiste da lontano a quello che considera un "suicidio politico", il segretario dimissionario vola negli States. Matteo Renzi ha annunciato che "mentre gli organismi statutari" del Partito Democratico "decidono le regole del Congresso, io sono in partenza per qualche giorno per gli Stati Uniti". L'obiettivo è "imparare da chi è più bravo come creare occupazione, lavoro, crescita nel mondo che cambia, nel mondo del digitale, nel mondo dell'innovazione", spiega sulla sua e-news.

Per l'ex premier i motivi della scissione "sono difficili da comprendere anche a noi, addetti ai lavori: figuriamoci ai cittadini normali". "Se qualcuno vuole lasciare la nostra comunità, questa scelta ci addolora, ma la nostra parola d'ordine rimane quella: venite, non andatevene - aggiunge -. Tuttavia è bene essere chiari: non possiamo bloccare ancora la discussione del partito e soprattutto del Paese".  

L'IMITAZIONE / Crozza nei panni di Emiliano

"Non mi sento di rinnovare la tessera"

I BERSANIANI: NESSUN RIPENSAMENTO - Se Emiliano fa un passo indietro e decide di condurre la battaglia internamente al partito, Pier Luigi Bersani, Roberto Speranza e i parlamentari della loro area non cambiano idea: non partecipano alla direzione di oggi e non saranno al congresso del Pd. Sono di fatto fuori dal partito. 

In serata, a DiMartedì su La7, Pierluigi Bersani confessa che non rinnoverà la tessera: "Non mi sento di iscrivermi al Pd, non mi interessa partecipare a questo congresso, rimango nel centrosinistra", risponde mesto.

Ora che succede? I bersaniani già giovedì formeranno gruppi autonomi sia alla Camera sia al Senato non capendo la scelta di Emiliano, mentre Massimo D'Alema invita Giuliano Pisapia a "lavorare insieme".

"Questa è casa mia, nessuno può cacciarmi"

EMILIANO ALL'ATTACCO - E così in campo è rimasto Emiliano, candidato alla segreteria Pd. Che spiega: Matteo Renzi "ha scelto di non partecipare" alla direzione del Pd "per rendere vani i tentativi di evitare la scissione. Ha scelto il conflitto per il conflitto, l'eliminazione dell'avversario dal campo, con i 'picadores' schierati", spiega Michele Emiliano alla direzione del Pd. "La scelta di candidarsi - ha aggiunto - è la reazione al desiderio di tanti di andare via" al quale il governatore pugliese contrappone "il diritto di cittadinanza in questo partito".

Poi una considerazione su Roberto Speranza ed Enrico Rossi: "sono persone perbene" portate alla scissione dai "toni sprezzanti e ironici con cui sono stati appellati dall'ex segretario che, tra l'altro, ha mostrato con evidenza di essere il più soddisfatto dalla scissione. Mi candido nonostante il tentativo del segretario uscente di vincere con ogni mezzo. Ha fretta perché non vuole rinunciare alla posizione dominante e non concede agli avversari nemmeno il tempo necessario per girare la metà delle province". 

Quanto alla sua candidatura, "l'avrei voluto fare in assemblea - spiega Emiliano - ma il rispetto che ho per Rossi e Speranza non me l'ha consentito. Oggi vi ribadisco che mi candiderò alla segreteria del Pd. Questa è casa mia, casa nostra e nessuno può cacciarmi o cacciarci via".

Renzi, attacca ancora, "si è inventato un congresso con rito abbreviato, da celebrare se facciamo i bravi a inizio di maggio". A conclusione del suo intervento, Emiliano cita una celebre frase di Ernesto Che Guevara: "Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso". 

"Andiamo avanti, costruiamo un nuovo soggetto politico"

L'ADDIO DI SPERANZA - "Dalla Direzione Pd nessuna novità - dice il ribelle Roberto Speranza - Prendiamo atto della scelta assunta da Michele Emiliano di candidarsi nel Pdr (Partito di Renzi, ndr). Noi andiamo avanti sulla strada della costruzione di un nuovo soggetto politico del centrosinistra italiano che miri a correggere quelle politiche che hanno allontanato dal nostro campo molti lavoratori, giovani e insegnanti. Occorre iniziare un nuovo cammino".

LA DIRETTA DELLA DIREZIONE (vedi video al minuto 1.27 l'intervento di Emiliano)

CUPERLO - Nel corso del dibattito Gianni Cuperlo aveva proposto l'ultima mediazione: "Propongo luglio per le primarie: potrebbe essere una scelta per tutelare questo simbolo con saggezza". Proposta però respinta dalla maggioranza. "Abbiamo la responsabilità - ha replicato il responsabile enti locali Matteo Ricci - di distaccare la costruzione delle amministrative dalla discussione congressuale". E per il deputato renziano Dario Parrini "la data di luglio inficerebbe la campagna per le amministrative". "La scissione - è stato l'appello di Piero Fassino - non può che produrre danni per tutti, quindi dobbiamo cercare di evitarla. Tentiamo di percorrere tutte le strade possibili per evitare una scissione della quale tutti si chiedono perchè". 

LA COMMISSIONE - La direzione del Pd ha nominato la commissione per il congresso. Vi fanno parte Silvia Fregolent, Martina Nardi, Mauro Del Barba, Alberto Losacco, Caterina Bini, Ernesto Carbone, Tommaso Ginoble, Emilio Di Marzio, Teresa Piccione, Roberto Morassut, Micaela Campana, Claudio Mancini, Michele Bordo, Andrea De Maria, Paolo Acunzo, Lorenzo Guerini, Roberto Montanari, Antonio Rubino. La commissione sarà successivamente integrata da un rappresentante indicato da Michele Emiliano, che ha deciso di non uscire dal Pd e di candidarsi alle primarie.

image