Mercoledì 24 Aprile 2024

Berlusconi, show in tv: "Di Trump mi piace Melania. Grillo si faceva pagare in nero"

Il Cavaliere mattatore in vista dei ballottaggi per i sindaci di 11 Comuni. Affondo Sui Cinque Stelle e Matteo Renzi. "Salvini? Si potrà lavorare molto bene"

Silvio Berlusconi (Ansa)

Silvio Berlusconi (Ansa)

Roma, 23 giugno 2017 - "Gentiloni non cadrà", "Raggi se ne freghi delle inchieste e degli avvisi di garanzia", "il voto di Genova avrà un valore politico, se vince il centrodestra vorrà dire che non esistono più le roccaforti rosse". Silvio Berlusconi torna a indossare l'abito da mattatore in tv in vista dei ballottaggi alle comunali di domenica. 

Nell'ultima giornata di campagna elettorale per i sindaci di 111 comuni d'Italia, infatti, il Cavaliere sfrutta il vantaggio sul centrosinistra, ottenuto in 12 capoluoghi di provincia, e parla di politica, concedendo al pubblico anche qualche battuta, degna dei vecchi tempi. "Di Trump mi piace molto Melania, per la sua bellezza, il suo stile e anche il suo fascino. Non l'ho mai conosciuta, ma anche i democratici in America non hanno critiche da rivolgerle", scherza l'ex premier, dribblando così la domanda sulle similitudini tra lui e il presidente degli Stati Uniti. 

Tagliente invece su Beppe Grillo che "come comico era formidabile, peccato che voleva sempre farsi pagare in nero, circondato di persone che non hanno mai fatto niente, i veri professionisti della politica: gente che prima delle elezioni non faceva niente". E non manca l'affondo ai 'seguaci' del comico genovese: "I Cinque Stelle non hanno né arte né parte. Un movimento che cambia idea su tutto". Per questo l'ex premier si dice "costretto a scendere di nuovo in campo, come nel '94, per evitare il pericolo dei 5 Stelle, che è ancora peggiore del comunismo". Sulla sindaca Virginia Raggi, protagonista per vicende giudiziari, Berlusconi adotta la linea di sempre. "Se ne freghi delle inchieste, basta con le inchieste che buttano per aria le decisioni degli elettori. Semmai dovrebbe lasciare per incapacità", dice.

Il leader di Forza Italia non si è risparmiato con interviste tv, su emittenti nazionali e locali (La7, Tg2, Tgcom24, solo per citarne alcune) e , e sui quotidiani, mantenendo così la promessa fatta a 'Porta a Porta': "Io sono in campo". E senza risparmiare anche incursioni di tipo calcistico su Donnarumma e il Milan. L'ex premier sceglie la leggerezza anche quando si parla di stretta politica. Su una possibile alleanza con Angelino Alfano, frena con garbo: "Difficile che chi è stato ministro tre volte con la sinistra torni con noi". Su Matteo Salvini, a cui Berlusconi rinnova la necessità di un centrodestra unito, dice "usa un linguaggio provocatorio in tv, ma è una persona di buon senso e il rapporto tra noi è cordiale. Si potrà lavorare molto bene" tanto da potergli affidare e il ministero dell'Interno. Ma aggiunge: "Immagino che dovremo convincerlo perchè l'euro è l'unico punto di dissidio". E alla domanda se era più facile trattare con Bossi o con Salvini, non si sbilancia: "Dipende dalla stagione. Io sono concavo e convesso...".  

Su Matteo Renzi invece attacca: "Credo che la capacità inclusiva di Renzi si sia ampiamente esaurita. Ha raggiunto il suo apice con l'exploit nelle elezioni europee del 2014, che hanno rappresentato una sorta di apertura di credito degli italiani verso di lui perché rappresentava una novità e una speranza, ma poi ha visto a mano a mano disgregarsi la sua base non solo politica ed elettorale, ma anche sociale. La sua riforma costituzionale è infatti risultata assai divisiva".