Mercoledì 24 Aprile 2024

M5S, Bugani: "Casaleggio jr ha il timone, Grillo vuole essere libero"

Il candidato sindaco di Bologna, fedelissimo dei vertici: "Della sospensione di Pizzarotti non sapevo nulla. I 5 Stelle come i partiti? Copiamo solo le cose buone. La tv? Ci vanno i migliori, lo staff spiega come parare i colpi degli avversari"

Massimo Bugani

Massimo Bugani

Bologna, 16 maggio 2016 - Massimo «Max» Bugani, candidato sindaco del Movimento 5 Stelle a Bologna, e fedelissimo di Beppe Grillo e dei Casaleggio, è da sempre nemico giurato di Federico Pizzarotti.  Dicono che lei sia l’ispiratore della sospensione del sindaco di Parma... «Non ne sapevo nulla, sto pensando alla campagna elettorale. Ma che i nostri rapporti siano pessimi lo sanno anche le pietre. Alla convention di Parma del 2014 si faceva il tiro al bersaglio con la mia foto». Lei però da Casaleggio jr è stato promosso. «Sono il responsabile dello sharing, la condivisione dati, della nuova piattaforma Rousseau. Darò un aiuto ai nuovi eletti». State creando una segretaria di partito? «È una struttura organizzativa. Certo, ci siamo ingranditi, e quello che c’è di buono dei partiti lo stiamo copiando in meglio. Ma noi abbiamo le mani libere, gli altri sono condizionati dalle lobby». Lei è nei gangli della Casaleggio associati e non sapeva nulla della sospensione? «Io sono socio di Davide Casaleggio e dell’europarlamentare David Borrelli nell’associazione Rousseau, ma non sono stato interpellato. Neanche in passato». Quindi, ci sveli l’arcano. Chi ha deciso? «I garanti. Sono loro che decidono sospensioni, espulsioni, sanzioni...». Insomma, Gianroberto Casaleggio prima, il figlio Davide oggi. «Lui, certo, assieme a Beppe Grillo». Casaleggio jr quindi ha preso il timone? «Davide conosce la società come le sue tasche. È molto determinato e in questi anni è stato accanto a Gianroberto in ogni secondo della vita del Movimento. Porterà avanti ciò che il padre ha iniziato».  Il direttorio pare fosse diviso su Pizzarotti.  «No, è compatto: lo garantisco al 200 per cento». È vero che Grillo ha fatto un passo di lato? «Ha deciso di riappropriarsi della sua vita. Lui, l’indole del comico, ce l’ha nel sangue. E vuol essere libero di dire una battuta senza avere l’ansia di far perdere tre voti al Movimento». Quindi è un garante, ma non decide. «Lui è la guida, il riferimento di tutto il M5S, ma su delibere, atti e decreti legge ci sono le nostre prime linee a livello di comunicazione che vanno in tv a sbugiardare gli avversari». Insomma, sono teleguidati? «No. In video ci devi andare sapendo bene che cosa dire. E c’è uno staff che ti spiega come parare gli attacchi degli avversari».  Bastava un talk show per essere cacciati... «Andiamo in tv perché siamo costretti. Dobbiamo difenderci da Salvini, Renzi ecc. Ma ci mandiamo i migliori, non showmen improvvisati». Dicono che Pizzarotti sia stato sospeso perché potrebbe creare un Movimento bis.  «La dissidenza è nata in Emilia-Romagna. Ma un movimento alternativo non ci fa nessuna paura: quale sarebbe il brand? L’odio nei confronti di Beppe? Prima di Pizzarotti, ci ha provato Favia. Ha tradito, ma non l’hanno votato neanche i parenti». Il gruppo di parlamentari emiliano-romagnoli potrebbe mollare il Movimento? «A me risulta solo una senatrice molto critica». L’obiettivo è creare un M5S di duri e puri? «La dissidenza interna sta nella cose. Grillo in questi anni ha accettato di tutto. Pizzarotti è sempre stato scollegato da staff e garanti».  Avere un’autonomia non è un male. «Nessuno impone nulla. Ma ci sono delle regole che vanno rispettate, altrimenti ti fai da parte». La criticano di far parte del cerchio magico. «Io e Gianroberto eravamo grandi amici. Era una persona ironica. Molti post divertenti sul blog li scriveva anche lui».