Venerdì 26 Aprile 2024

Il Papa ai valdesi: 'Perdono per i nostri atti inumani'. "Benvenuto fratello Francesco"

E' la prima volta che un Papa entra in un luogo di culto di questo tipo. Il tempio valdese è gremito di gente. Bergoglio ha chisto scusa da parte della Chiesa Cattolica per le persecuzioni subite dai valdesi nei secoli

Papa Francesco visita il tempio Valdese (vatican)

Papa Francesco visita il tempio Valdese (vatican)

Torino, 22 giugno 2015 - Papa Francesco ha varcato la soglia del Tempio Valdese di Torino: si tratta di un momento storico. E' infatti la prima volta che un Papa entra in un luogo di culto di questo tipo. Il Tempio Valdese è gremito di gente. Le misure di sicurezza sono ingenti e si può entrare solo se muniti di invito. 

BENVENUTO FRATELLO FRANCESCO -  "Mi sono interrogato sul modo con cui rivolgermi a Lei, e nella Parola ho trovato: 'fratello'. Ecco, benvenuto fratello Francesco. La incontriamo come un nuovo fratello nel nostro cammino". Con queste parole il pastore del Tempio Valdese di Torino si è rivolto a Papa Francesco. 

"Caro Fratello Francesco, siamo rimasti lietamente sorpresi quando abbiamo saputo che questo incontro si sarebbe tenuto qui a Torino, nel nostro tempio". Così il pastore valdese Paolo Ribet ha esordito nel suo saluto di accoglienza a Papa Fancesco, ricordando che la chiesa di Torino "è la prima nata dopo la concessione dei diritti civili nel 1848, al di fuori da quel ghetti alpino in cui i Valdesi erano stati costretti per secoli". Un tempio ha ricordato il pastore Ribet che fu costruito "non per predicare un altro Evangelo" ma per "predicare con la consapevolezza di vivere l'Evangelo di Gesù Cristo in un modo altro rispetto alla maggioranza degli italiani". "Questa consapevolezza che 150 anni fa portava allo scontro fra le Chiese, oggi vuole essere la base di cui costruire ogni discorso ecumenico nel pieno riconoscimento e nel rispetto reciproco, secondo la prospettiva dell''unità nella diversità'" ha osservato il pastore valdese. "Oggi con gioia incontriamo lei, Papa Francesco, come un nuovo fratello nel nostro percorso, e vogliamo leggere la sua visita , definita giustamente storica, proprio in questa dimensione" ha concluso Ribet. 

"Entrando in questo tempi, Lei ha varcato una soglia storica, quella di un muro alzatosi oltre otto secoli fa quando il movimento valdese fu accusato di eresia e scomnicato dalla Chiesa romana". Così il pastore Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese, organo di governo di questa piccola chiesa protestante, si è rivolto a Francesco. 

L'eucaristia comune e la dizione "comunità ecclesiali": sono le due richieste che il pastore Eugenio Bernardini. "Poiché ci è data questa bella cocasione di incontro e di dialogo, vorrei proporne almeno due che ci stanno particolarmente a cuore", ha detto il pastore protestante. Prima, il Concilio vaticano II ha parlato delle Chiese evangeliche come di "comunità ecclesiali", ha ricordato Bernardini: "A essere sinceri, non abbiamo mai capito bene cosa significhi questa espressione: una chiesa a metà? Una chiesa non chiesa?". La seconda questione, "che sappiamo quanto sia delicata", "è quella dell'ospitalità eucaristica: "Tra le cose che abbiamo in comune ci sono il pane e il vino della Cena e le parole che Gesù ha pronunciato in quella occasione. Le interpetazioni di quelle parole sono diverse tra le chiese e all'interno di ciascuna di esse. Ma ciò che unisce i cristiani raccolti intorno alla mensa di Gesù sono il pane e il vino che Egli ci offre le sue parole ,non le nostre interpretazioni che non fanno parte dell'Evangelo".

PAPA AI VALDESI: PERDONATECI - Papa chiede perdono ai Valdesi per quanto fatto contro loro dai cattolici. "Da parte della Chiesa Cattolica - ha detto Francesco nel Tempio Valdese - vi chiedo perdono per gli atteggiamenti e i comportamenti non cristiani, persino non umani che, nella storia, abbiamo avuto contro di voi. In nome del Signore Gesù Cristo, perdonateci!".

La "riscoperta" della fraternità cristiana "ci consente di cogliere il profondo legame che già ci unisce, malgrado le nostre differenze". Così Papa Francesco. "Si tratta di una comunione ancora in cammino, l'unità si fa in cammino, una comunione che, con la preghiera, con la continua conversione personale e comunitaria e con l`aiuto dei teologi, noi speriamo, fiduciosi nell`azione dello Spirito Santo, possa diventare piena e visibile comunione nella verità e nella carità". "L`unità che è frutto dello Spirito Santo non significa uniformità. I fratelli infatti sono accomunati da una stessa origine ma non sono identici tra di loro", ha detto Francesco. 

"L`unità che è frutto dello Spirito Santo non significa uniformità", ha detto Papa Francesco nel tempi valdese di Torino. "I fratelli infatti sono accomunati da una stessa origine ma non sono identici tra di loro. Ciò è ben chiaro nel Nuovo Testamento, dove, pur essendo chiamati fratelli tutti coloro che condividevano la stessa fede in Gesù Cristo, si intuisce che non tutte le comunità cristiane, di cui essi erano parte, avevano lo stesso stile, né un`identica organizzazione interna. Addirittura, all`interno della stessa piccola comunità si potevano scorgere diversi carismi e perfino nell`annuncio del Vangelo vi erano diversità e talora contrasti". "Purtroppo - ha proseguito Jorge Mario Bergoglio - è successo e continua ad accadere che i fratelli non accettino la loro diversità e finiscano per farsi la guerra l`uno contro l`altro. Riflettendo sulla storia delle nostre relazion - ha detto il Papa - non possiamo che rattristarci di fronte alle contese e alle violenze commesse in nome della propria fede, e chiedo al Signore che ci dia la grazia di riconoscerci tutti peccatori e di saperci perdonare gli uni gli altri. E' per iniziativa di Dio, il quale non si rassegna mai di fronte al peccato dell`uomo, che si aprono nuove strade per vivere la nostra fraternità, e a questo non possiamo sottrarci. Da parte della Chiesa Cattolica - ha detto il Papa - vi chiedo perdono per gli atteggiamenti e i comportamenti non cristiani, persino non umani che, nella storia, abbiamo avuto contro di voi. In nome del Signore Gesù Cristo, perdonateci!". 

Cattolici e protestanti possono lavorare "sempre più uniti" a "servizio all`umanità che soffre, ai poveri, agli ammalati, ai migranti". "Siamo chiamati a continuare a camminare insieme", ha detto Bergoglio. "Un ambito nel quale si aprono ampie possibilità di collaborazione tra valdesi e cattolici è quello dell`evangelizzazione. Consapevoli che il Signore ci ha preceduti e sempre ci precede nell`amore, andiamo insieme incontro agli uomini e alle donne di oggi, che a volte sembrano così distratti e indifferenti, per trasmettere loro il cuore del Vangelo ossia - ha proseguito il Papa citando la sua esortazione apostolica Evangelii Gaudium - 'la bellezza dell`amore salvifico di Dio manifestato in Gesù Cristo morto e risorto'. Un altro ambito in cui possiamo lavorare sempre di più uniti - ha proseguito - è quello del servizio all`umanità che soffre, ai poveri, agli ammalati, ai migranti", ha detto il Papa, che ha ringraziato il pastore Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese, per il riferimento a Lampedusa e ai respingimenti della "fortezza Europa". "Dall`opera liberatrice della grazia in ciascuno di noi - ha proseguito il Papa - deriva l`esigenza di testimoniare il volto misericordioso di Dio che si prende cura di tutti e, in particolare, di chi si trova nel bisogno. La scelta dei poveri, degli ultimi, di coloro che la società esclude, ci avvicina al cuore stesso di Dio, che si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà, e, di conseguenza, ci avvicina di più gli uni agli altri. Le differenze su importanti questioni antropologiche ed etiche, che continuano ad esistere tra cattolici e valdesi, non ci impediscano di trovare forme di collaborazione in questi ed altri campi. Se camminiamo insieme, il Signore ci aiuta a vivere quella comunione che precede ogni contrasto". 

UNA BIBBIA AL PAPA - I valdesi, branca del protestantesimo nata da un predicatore di Lione del XII secolo, Pietro Valdo, espulsi dalla Chiesa cattolica perché predicavano le Scritture in volgare tra i poveri, poi aderenti alla riforma protestante di Lutero e, soprattutto, Calvino, hanno regalato a  Papa Francesco, che per la prima volta nella storia dei Pontefici ha visitato oggi un tempio valdese, a Torino, la riproduzione della prima bibbia in lingua francese che nel 1532 i valdesi, aderendo alla Riforma di Ginevra, "commissionarono e in parte pagarono": lo ha spiegato il pastore Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese, porgendo il regalo al Papa. Sulla prima pagina del volume si sottolinea che il dono è "segno della comune fonte della fede e del comune impegno nella testimonianza affinché il mondo creda". Al termine dell`incontro, dopo lo scambio dei doni, la recita del Padre Nostro e il commiato del pastore Paolo Ribet, il Papa si trasferisce nel salone attiguo per incontrare una Delegazione di ospiti della Tavola Valdese. Quindi rientra in arcivescovado, dove incontrerà alcuni lontani parenti piemontesi a pranzo, in forma strettamente privata.

IL PAPA SCENDE DA JEEP E SALUTA FOLLA - Ancora un fuoriprogramma per Papa Francesco durante la sua visita torinese. Allontanatosi in auto dal tempio valdese, il pontefice è sceso dal Fiat Doblò per salutare la folla che lo stava attendendo in corso Vittorio Emanuele. La visita torinese di Francesco prosegue ora in Arcivescovado, dove Bergoglio celebrerà la messa e pranzerà con i parenti. Previsto anche un incontro con un gruppo di profughi, annunciato nei giorni scorsi dall'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, che lo sta accompagnando.