Giovedì 25 Aprile 2024

Libia, il Califfo sposta armi e tank. Nel mirino il petrolio della Cirenaica

"Progettano un attentato a Roma". L’intelligence: sono solo vocI

I pick up dell'Isis (Ansa)

I pick up dell'Isis (Ansa)

Roma, 1 dicembre 2015 - LA PROVINCIA libica dello Stato islamico – Wilayat Tarablus – punta ai campi petroliferi del bacino di Sirte. Il piano è stato già tentato invano lo scorso febbraio e per riuscirci l’Isis ha bisogno di motivare al massimo i propri militanti. Forse per questo sono girate ieri (e sono giunte anche a fonti che riferiscono ai nostri servizi) alcune voci relative a un possibile «attentato a Roma» volto ad esibire la ‘potenza’ del Califfato. «Al momento – è il prudente commento dei nostri 007 – non ci sono conferme attendibili a quelle che sono solo voci, non nuove, ma da non sottovalutare mai». Per questo la vigilanza sugli elementi jihadisti in Libia – e sugli spostamenti verso l’Italia da porti e aeroporti libici e tunisini – è stata rafforzata. Quello che è certo è che l’Isis – che controlla Sirte da febbraio – vuole cercare di approfittare dello stallo nel quale sono finite le trattative di pace di Libia. Il 25 novembre ha preso il controllo dell’Hisha gate di Abu Qarayan, sulla strada per Misurata. E ora guarda a est. Carri, artiglieria e mitragliatrici pesanti sono stati spostati da Abu Hadi, Dhahir e Jehaz al Nahr verso est. Verso Harawa, 46 chilometri da Sirte, conquistata a giugno, ma anche Nufaliya, presa a febbraio, persa e poi ripresa a marzo. Da qui i jihadisti vogliono muovere verso la vicina (20 km) Bin Jawad e poi puntare verso i terminali petroliferi di Sidra e Ras Lanuf (da tempo chiusi). Da qui le forze del Califfato – che sarebbero a questo punto ingaggiate dall’esercito libico – punterebbero a sfondare verso sud. Primo obiettivo il campo di Mabruk (joint venture tra i libici della Noc e i francesi della Total) per proseguire verso Bahi e Al Dahra (entrambe joint venture tra la libica Wafa, le americane Conoco, Marathon Oil e Hess oil) e magari, proseguendo verso est, verso il Wafa field (solo omonimo del Wafa che l’Eni ha in Tripolitania), un campo da 350.000 barili al giorno sempre di proprietà di Noc, Conoco, Marathon ed Hess.    WILAYAT TARABLUS ha dovuto incassare il 13 novembre la morte del suo capo Abu Abril al Anbari, ucciso da uno strike americano, così come a luglio i salafiti dello Shura council of mujaheddin l’avevano cacciata da Derna. Ora vuole invertire il trend. Secondo fonti libiche i tagliagole puntano sui campi petroliferi e poi verso Aydabiya. Non a caso qui il 26 novembre l’Isis ha effettuato e rivendicato quattro omicidi mirati di esponenti salafiti, tra i quali Mohamed Ibrahim Aklazan al Maghrebi, predicatore della locale moschea Falluja. L’obiettivo è sgombrare il campo da rivali sul piano teologico, e i salafiti, gli stessi che l’hanno cacciata da Derna, lo sono.   L’ESERCITO libico cerca di anticipare il tentativo di sfondamento, mettendo al sicuro – e già sarebbe parecchio – la Cirenaica. Il 26 novembre a El Ezziat, a sud di Derna (dove attorno alla città l’Isis cerca di riorganizzarsi), tre compagnie di fanteria appoggiate da elicotteri avevano attaccato un gruppo di jihadisti facendo 16 morti (tra cui 5 foreign fighters) e tre prigionieri, mentre ieri l’esercito ha attaccato una roccaforte Isis a Bengasi «facendo molti morti e molti arresti tra i terroristi». Negli scontri uccisi anche tre civili, e 12 sono rimasti feriti.  Ma senza uno sforzo diplomatico vero, il paese non troverà pace. Oggi Algeri ospiterà il vertice dei Paesi africani confinanti con la Libia e il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni discuterà anche di Libia nell’incontro bilaterale con il Segretario di Stato John Kerry a margine del vertice ministeriale Nato a Bruxelles. «Credo che con l’inizio del prossimo anno assisteremo alla nascita del governo di intesa nazionale libico sulla base delle discussioni fra le parti», ha scritto sul suo account Twitter il nuovo inviato speciale per la Libia, Martin Kobler. Vista la situazione in Libia e l’operato del suo precessore, al momento è solo una pia speranza.