Mercoledì 24 Aprile 2024

L'articolazione della spalla, ripararla è un'impresa

Tra il 7 e il 15 per cento dei soggetti operati torna sotto i ferri. Il congresso di ortopedia affronta il tema della chirurgia di seconda istanza

Nella chirurgia della spalla non sempre è possibile risolvere il problema al 100%

Nella chirurgia della spalla non sempre è possibile risolvere il problema al 100%

Roma, 2 ottobre 2015 - Stiramenti, lussazioni, artrosi, fratture. L'articolazione della spalla è delicatissima, spesso si richiede un intervento e non sempre lo specialista in ospedale riesce a risolvere il problema in prima battuta. La chirurgia ortopedica, insomma, è gravata da una piccola percentuale di insuccessi. Intendiamoci, l'operazione è stata eseguita ad arte ma non ha dato i risultati tanto attesi. Dipende dal soggetto trattato e dal tipo di patologia. La lussazione ad esempio tende a ripresentarsi in una certa percentuale di casi nonostante tutto. Persino l'artroscopia, l'indagine sempre più richiesta, è gravata da un certo grado di insuccessi, intorno al 15% negli adolescenti, al di sopra dei 25 anni l'indice si dimezza e arriva al 7%.

Dedicato alla chirurgia della spalla il meeting aperto oggi a Roma che riunisce i chirurghi ortopedici della European Shoulder Associates (ESA – ESSKA), è la prima volta che un meeting si concentra sugli interventi secondari, il ricorso cioè al secondo passaggio in sala operatoria, ad esempio per l'impianto di protesi. Le cause che determinano la necessità di un intervento secondario sono il dolore e l'impotenza funzionale, spiega Andrea Grasso, Specialista in Chirurgia Ortopedica e Chairman del Meeting insieme a Giuseppe Milano, infatti solamente a causa di uno di questi due problemi il paziente torna dal medico ed è disposto a sottoporsi nuovamente a un intervento. E una quota di complicanze è legata alle infezioni.

Altre volte è il paziente a trascurarsi, ad esempio nella fase di rieducazione motoria che fa seguito al ricovero. Alcuni interventi sono dovuti a comportamenti del paziente che ha messo sotto stress o ha danneggiato la cicatrice che si sta formando a livello dei tendini o dei legamenti operati. Per mantenere un buon risultato nel tempo invece è fondamentale mantenere la muscolatura tonica, elemento fondamentale per tenere insieme a proteggere l'articolazione della spalla. Ci sono poi condizioni patologiche che interferiscono sul processo di guarigione. Il diabete è un grosso fattore di rischio perché la circolazione del sangue è alterata, ne risente la riparazione dei tessuti. Il diabete inoltre aumenta il rischio di rigidità e di infezioni, in particolare nelle protesi degli anziani. Ma il nemico numero uno è l'esposizione al fumo, che secondo gli esperti si diffonde attraverso il sangue a tutto l'organismo ed è in grado di recare danni persino ai tendini della cuffia dei rotatori in convalescenza.

Molto rari invece gli errori causati dall’operatore. Non tutti i casi di intervento alla spalla dall'esito insoddisfacente richiedono un nuovo passaggio in sala operatoria, questa eventualità deve essere sempre discussa con il paziente, tenendo conto della sua età, delle condizioni generali di salute, del suo stile di vita. E’ fondamentale essere chiari con il soggetto da operare e non promettere miracoli. La spalla può essere riparata, migliorata, ma non torna mai come prima, nemmeno rivolgendosi a un mago del bisturi.

Il congresso rappresenta una grande opportunità – spiega Giuseppe Milano, docente di Clinica ortopedica all’Università Cattolica di Roma e responsabile della Chirurgia della Spalla del Policlinico Gemelli - facciamo il punto su alcuni aspetti controversi della nostra chirurgia, ed è un valido aggiornamento anche per altre figure professionali di area sanitaria quali gli specialisti in medicina dello sport, terapia fisica e riabilitazione. Tra i temi per addetti ai lavori, l'instabilità gleno-omerale, la patologia del capo lungo del bicipite e l’artrosi.

Alessandro Malpelo, QN Quotidiano Nazionale