Giovedì 25 Aprile 2024

Storico tris italiano. Juve, il pericolo vero si chiama Ancelotti

Giuseppe Tassi

Giuseppe Tassi

JUVE, Fiorentina e Napoli nel gotha d’Europa. Era dal 2003 che tre squadre italiane (allora furono addirittura quattro) non approdavano insieme alle semifinali. Due allenatori ottimisti, come direbbe Sacchi, cioè Montella e Benitez, e uno meno ottimista ma molto pratico (Allegri) firmano un tris che sa d’impresa. Non sarà il Rinascimento del calcio italiano, come qualcuno pomposamente lo chiama, ma il segno che una scuola vitale e ricca di tradizione sta recuperando il suo spazio in Europa.

La Fiorentina domina la Dinamo Kiev grazie al ritrovato equilibrio di squadra e al piede prezioso di Pizarro. Il gol è un mezzo inciampo di Gomez, poi i viola sprecano una messe infinita di occasioni, fino al sigillo liberatorio di Vargas: così l’accesso fra le regine d’Europa chiude una lunga fase di stanchezza e deconcentrazione. Il Napoli, forte del 4-1 dell’andata, si limita ad amministare la rabbia del Wolfsburg e si candida per il traguardo finale. E OGGI sorteggio per tutti, con la Juve che aspetta fiduciosa l’esito dell’urna di Nyon e rispedisce al mittente le accuse di difensivismo all’italiana. La retroguardia blindata di Allegri rimane il punto di forza della squadra, inutile negarlo. Nelle ultime sei partite di Champions la Juve ha subìto solo 1 gol (di Reus) figlio di uno scivolone di Chiellini. Ma contro i giganti europei (Bayern, Barcellona e Real) servirà qualcosa di più della difesa a oltranza che ha paralizzato le iniziative del Monaco ed è valsa la qualificazione.

Il parametro è la Juve coraggiosa e aggressiva di Dortmund, non la squadra pericolosamente attendista vista nel Principato. Se Allegri saprà riproporre l’equilibrio tattico e le motivazioni di quella partita, la sua squadra può coltivare qualche speranza di finale. Determinante sarà anche l’avversario ed è difficile scegliere in questo parterre de roi. Una corrente di pensiero sostiene che il Real sarebbe il rivale meno insidioso. Mi permetto di osservare che l’italianità di Ancelotti è un pericolo forse superiore del giocolierismo del Barca o dei fuochi aritificiali del Bayern di Guardiola. Per la Juve è forse meglio un avversario dalla marcata vocazione spettacolare. Giocando da incontrista, ma senza passività, i veri Tevez e Morata (non le loro pallide copie viste a Monaco) possono dare dispiaceri a chiunque.