Mercoledì 24 Aprile 2024

"In discoteca dopo averla uccisa". Caso Isabella Noventa: pista della gelosia

Padova, per l’accusa il ballerino non sopportava i rifiuti di Isabella

Isabella Noventa

Isabella Noventa

Padova, 18 febbraio 2016 - "L’abbiamo fatta grossa". È la frase che segna la svolta nel giallo di Isabella Noventa. La scambiano al telefono Debora e Freddy Sorgato, gli investigatori intercettano la conversazione e si convincono che la donna svanita nel nulla la notte fra il 15 e il 16 gennaio è stata uccisa. Da quel momento le indagini proseguono in una sola direzione fino agli interrogatori fiume di lunedì sera e al fermo di tre persone con l’accusa di omicidio premeditato e occultamento di cadavere: i due fratelli Sorgato e la tabaccaia Manuela Cacco.

Finisce così, nel peggiore dei modi, una squallida storia di amori malati, tradimenti, folle gelosia, minacce, pedinamenti. Con la segretaria 55enne vittima di personaggi accusati di aver ordito un piano diabolico. L’hanno strangolata, poi gettata nelle acque gelide del Brenta, hanno usato i suoi vestiti per depistare le indagini e dopo sono andati a ballare in discoteca fino a notte fonda. Lui, Freddy Sorgato, l’autotrasportatore di Noventa Padovana innamorato perso di Isabella senza mai riuscire però ad averla tutta per sé, a tenerla sotto controllo come avrebbe voluto e di questo non si dava pace. Il pm sospetta che l’avesse fatta pedinare quando temeva che lei frequentasse un altro uomo, si sospetta che ci fosse il suo zampino anche dietro agli episodi di stalking che avevano tormentato la donna un anno intero e per i quali erano state depositate in procura dieci denunce oltre a un certificato medico di ricovero al Pronto Soccorso per ansia cronica. L’aveva inseguita in aeroporto quando lei, dopo l’ennesimo litigio, aveva deciso non trascorrere con lui le vacanze programmate l’estate scorsa ed era partita per l’Africa insieme ad un amico. Lei, Manuela Cacco, la tabaccaia di 53 anni pazza di gelosia. Fingeva di fare l’amica con Isabella, ma in realtà non sopportava la sua presenza nella vita dell’uomo per il quale aveva perso la testa. E trascinarlo in discoteca fino all’alba, dopo l’omicidio, dev’esserle sembrata una conquista liberatoria, non solo un buon alibi per tutti e due. Poche ore prima aveva recitato da controfigura, attraversando piazza dei Signori con addosso il piumino bianco di Isabella. Ma gli investigatori non c’erano cascati e nel momento cruciale dell’interrogatorio è crollata dimostrandosi l’anello più debole della catena. E infine Debora Sorgato, ex moglie di un uomo molto vicino alla mafia del Brenta governata da Felice Maniero. Da anni coltivava un odio profondo per la fidanzata del fratello, a cui è legatissima, convinta che fosse un approfittatrice. Il suo ruolo nell’occultamento del cadavere sarebbe stato di fondamentale importanza, di sicuro è stata decisiva la frase pronunciata nella famosa telefonata a Freddy. Intanto un altro fratello, Paolo Noventa, piange a dirotto e maledice il momento in cui si è fidato di Freddy: «Gli credevo, ho sempre pensato che fosse una persona perbene e un uomo sincero. Dopo quella notte non ci ho più parlato, preferivo che quello che doveva dire lo dicesse agli investigatori». Le ricerche continuano ma ogni giorno con qualche speranza in meno. E oggi è prevista l’udienza per convalidare il fermo dei tre, che almeno in carcere son stati costretti a spezzare il loro diabolico legame: lui a Padova, le due donne a Verona.