Venerdì 26 Aprile 2024

Chemioterapia, cuffia refrigerata salva i capelli

Sperimentato con successo allo IEO il casco protettivo per le donne in cura con antitumorali. L'innovazione voluta da Paolo Veronesi, testimonianze di Emma Bonino e di Monica Guerritore

L'applicazione del casco refrigerato durante la chemioterapia (Ansa)

L'applicazione del casco refrigerato durante la chemioterapia (Ansa)

Milano, 29 maggio 2015 - Il turbante di Emma Bonino, per coprire la caduta dei capelli, non è passato inosservato. Sei mesi di chemioterapia per un nodulo al polmone e finalmente l'annuncio che gli ultimi esami e la tac mostrano che è sparita ogni traccia del tumore. E per questo all'Istituto europeo di oncologia (IEO) fondato a Milano da Umberto Veronesi, è in sperimentazione uno speciale caschetto che, indossato durante l'infusione delle cure anticancro, permette di non perdere i capelli, sfruttando l'effetto protettivo del freddo.

La cuffia refrigerata è una tecnologia allo studio da anni, il freddo allontana dal cuoio capelluto il farmaco che diversamente danneggerebbe la radice del capillizio, ultimamente viene applicata con crescente successo in oncologia in una ristretta cerchia di ospedali. In provincia di Modena, a Carpi, ad esempio, la tecnologia, ideata da Glenn Paxman, è arrivata grazie all’impegno dell’Associazione Malati Oncologici (AMO). La novità è stata raccontata a Milano durante un incontro dedicato alle donne. Allo Ieo è stato utilizzato da trenta pazienti in cura per tumore al seno, con risultati incoraggianti: in alcuni casi la capigliatura è rimasta intatta.

All'istituto europeo di oncologia, afferma Paolo Veronesi, direttore della Senologia chirurgica allo IEO, «stiamo valutando, primi e unici in Italia, un sistema avanzato di raffreddamento che, tramite un caschetto da indossare prima, durante e dopo l'infusione della chemioterapia, protegge le cellule dei bulbi dai danni da farmaci. Il freddo diminuisce la perfusione del sangue e il metabolismo, frenando localmente l'azione lesiva dei chemioterapici». Va però chiarito, precisa lo specialista, «che non tutti i soggetti hanno l'indicazione al trattamento con il caschetto, perché la riuscita è dovuta alla tipologia di chemioterapia seguita, alla dose, al tempo di infusione e, come per tutte le cure, alla caratteristiche individuali della persona. Dopo il primo gruppo pilota, continueremo a studiare questo strumento per perfezionarne ed estenderne al massimo l'utilizzo».

Non identificarsi mai con il tumore, continuare a fare sogni e progetti, e continuare a guardare in avanti. Sono alcune raccomandazioni che hanno guidato l'ex presidente del Senato, Emma Bonino, nella sua lotta per la vita, ne ha parlato lei stessa in un messaggio video per celebrare le donne che combattono quotidianamente contro il cancro. Il tumore, ha detto «è una sfida che stiamo affrontando e che sicuramente non volevamo. Mi ha aiutato molto non identificarmi con il cancro: non sono il mio tumore. È un impedimento che mi trovo ad affrontare, ma sono rimasta una persona con sogni ma anche con progetti». «Mia madre diceva sempre che è importante avere sogni che si realizzano, ma più importante è averli. Quindi ora sto pensando alla mia estate, alle persone con cui voglio passarla e ai progetti futuri, compreso di cosa mi vorrò occupare. Mi ha aiutato moltissimo anche avere fiducia nella mia equipe medica: non sono mai andata su internet a cercare informazioni sulla mia malattia ma il mio oncologo, il mio radioterapista e la mia nutrizionista mi hanno aiutato a reggere meglio anche fisicamente» il percorso di cura.

Istruttiva anche la testimonianza dell'attrice Monica Guerritore. «Dieci anni fa, ha raccontato, una radiografia scopre un piccolo nodulo maligno. Avevo all'epoca delle bimbe piccole, ma la cosa fondamentale è stata avere qualcuno intorno che mi ha dato fiducia. Il cancro è stato un incidente, del tutto inaspettato. Ma in quel frangente ho scoperto che si rivela una parte di te sconosciuta, che ti fa prendere decisioni migliori, e che ti fa prendere cura di te stessa».