Mercoledì 24 Aprile 2024

Governare stanca

Pier Francesco De Robertis

ALLA FASTIDIOSA accusa di «annuncite» che da qualche giorno gli piove addosso, il premier aveva replicato venerdì scorso con l’annuncio di un annuncio, la grande conferenza stampa per presentare la road map di qui al 2017, il sito col quale il governo terrà dettagliatamente informati i cittadini sull’attività dell’esecutivo nei prossimi 1000 giorni dell’era renziana. La tipica cosa che nessuno guarda mai. Non potendo fare altri annunci visto l’esaurirsi della materia prima (le promesse sono state fatte sull’intero scibile umano, dalla scuola alla pubblica amministrazione, dal lavoro ai cantieri), Renzi non ha così altro modo di tenere alta la tensione, mediatica e politica, cerca di stemperare l’attesa del «tutto e subito» che lui stesso aveva creato e con lo slogan «passo dopo passo» invia un preciso messaggio ai cittadini: aspettate, abbiate pazienza, stiamo lavorando per voi.  In apparenza potrebbe sembrare un Renzi dimesso, poco renziano, e magari lo sarà pure, perché lo smalto iniziale della Leopolda o della prima scintillante conferenza stampa a palazzo Chigi con slides e battute «venghino siori venghino» è, rispetto a ieri, solo un pallido ricordo. Ma era inevitabile che fosse così. 

RENZI scopre la fatica del governo, comprende come mai sbatterono contro i marosi della conservazione gente più preparata di lui (Prodi, per esempio) o entusiasti extraparlamentari più rivoluzionari di lui (Berlusconi), e assume orizzonti temporali per forza di cose più ampi. Comprende di essere vittima di se stesso e delle grandi attese nei tempi brevissimi che lui stesso ha montato, sa che in tempo di crisi la disponibilità delle persone ad attendere soluzioni si accorcia moltissimo, ma conta sul fatto che la fiducia dei cittadini è la stessa di tre mesi fa (ancora ieri alcuni sondaggi lo davano in crescita). Il tempo però stringe, e sarà la legge di Stabilità, da presentarsi a metà ottobre, l’esame decisivo al quale il premier non può sottrarsi. Lì si vedrà la sua capacità di prendere misure vere e immediate, inebitabilmente impopolari, e di incidere nella carne viva della spesa pubblica improduttiva, delle lobbies, dell’inefficienza.

UN esame che considerando i nostri drammatici dati economici si preannuncia difficilissimo, visto anche il vento contrario che spira sul fronte della flessibilità europea con la Merkel per niente disposta a cedere e vista la ripresa economica internazionale che tarda ad arrivare. I rimandi alle leggi delega o a provvedimenti successivi, come quelli inattesi sulle partecipate o sulla scuola fatti venerdì scorso, non sono più ammessi. Danno solo l’idea di confusione e debolezza. 

PER adesso, di fronte all’annuncite di Renzi hanno protestato industriali e grandi gruppi di opinione, tra poco senza fatti concreti arriverà il grido dei cittadini. Quando la gente comprende di avere di fronte solo un mago delle parole ci mette poco a trovare un mago che intona una filastrocca diversa. O anche solo più nuova. È stato così con Berlusconi, potrebbe essere la stessa cosa con Renzi.