Mercoledì 24 Aprile 2024

Giudici, politici, piloti e ferrovieri.Quando la previdenza è privilegio

Il caso Consulta: poche settimane da presidente e l’assegno lievita

Roma, 22 maggio 2015 - CI SONO i giudici della Corte costituzionale e i politici con i loro vitalizi. Ma non solo. L’Italia dei privilegiati di pensioni e affini è parecchio grande e include molti insospettabili: i dipendenti del trasporto pubblico, quelli di aziende telefoniche ed energetiche, i ferrovieri e, soprattutto, piloti e hostess di volo che godono di ammortizzatori sociali pagati quasi completamente dai cittadini, tramite una tassa sui biglietti aerei. Lo dicono i numeri forniti dall’Inps, che scattano una foto tremenda di un paese fondato su migliaia di piccoli vantaggi.

Partiamo dall’alto. La Corte costituzionale per anni ha perpetuato una prassi odiosa: eleggere come presidente il membro più anziano per assicurargli, a fine carriera, un trattamento previdenziale migliore. Quindi, si ricopriva la carica per pochi mesi solo per andare a casa da presidenti emeriti. Da marzo 2005 ad oggi, per questo motivo, abbiamo avuto ben undici presidenti della Consulta. Va detto, comunque, che l’ultimo designato a novembre 2014, Alessandro Criscuolo, resterà fino al 2017.

AL GRADINO successivo ci sono i vitalizi dei politici. Quelli delle Regioni pesano 170 milioni circa, mentre quelli a favore dei parlamentari incidono per 236 milioni. «È chiaro – spiega Vincenzo Galasso, professore di Economia politica alla Bocconi di Milano – che non hanno un impatto enorme rispetto a una massa di oltre 20 milioni di pensionati, ma sono certamente ingiusti, perché vanno contro la logica contributiva che abbiamo abbracciato». Ormai, cioè, la pensione va considerata, dice ancora Galasso, «come un investimento che facciamo per il nostro futuro». Quindi, ci ritroviamo in tasca quello che abbiamo accantonato. Anche se non sempre è stato così. «Negli anni 80 – spiega il professore – c’erano i pensionati baby. Sono andati in pensione con trattamenti molto bassi, ma li hanno percepiti magari per trent’anni, creando uno squilibrio».

ANCHE OGGI, però, le situazioni di squilibrio sono molte. Lo dice l’Inps, che sul suo sito calcola quanto i pensionati con il metodo retributivo avrebbero percepito con il sistema attuale. «Ogni volta che c’è una differenza – racconta Galasso –, vuol dire che ci sono dei privilegi». Partiamo dal Fondo per gli addetti ai servizi di trasporto. «Il 78% dei trattamenti in essere risulta più elevato del 10-40% rispetto a quanto risulterebbe se fosse calcolato con il metodo contributivo», spiega l’Inps. Passiamo al Fondo elettrici, dedicato agli ex dipendenti di Enel e aziende dell’energia. «Il 79% dei trattamenti in essere risulta più elevato del 20-40%». Fondo telefonici: «Il 55% dei trattamenti in essere risulta più elevato del 20-30% rispetto al contributivo». Ferrovieri: «Il 96% delle pensioni subirebbe una riduzione se calcolata col contributivo». Ma il pezzo forte è il Fondo per la cassa integrazione di piloti e hostess che, di fatto, viene pagato dai cittadini. Nel 2013 ha incassato 5,4 milioni di euro dalle aziende e dai lavoratori del settore e 217,8 milioni dalla tassazione sui biglietti (il 98% delle entrate).