Mercoledì 24 Aprile 2024

"Giù la testa, comando a bacchetta". Morricone dal cinema alla tournée

Il maestro si racconta: «Come mi rilasso? Con la musica. La mia»

Ennio Morricone (Ansa)

Ennio Morricone (Ansa)

Bologna, 4 maggio 2015 - PERCHÉ la musica sono fogli sparsi, sono vita e leggenda, perché la musica può essere un impegno anche politico e soprattutto una “Mission”. Perché la musica creata da Ennio Morricone è poesia ed epica e evoca immagini scolpite nella corteccia cerebrale della fantasia. Ha iniziato relativamente tardi, Morricone, a portare in giro per il mondo, live, le sue colonne sonore. L’ultima tournée – rinviata inizialmente per ragioni di salute e poi fortunatamente ripartita – tocca anche Bologna (15 maggio all’Unipol Arena di Casalecchio, 16 maggio al Mandela Forum di Firenze) e sarà ancora una volta un viaggio in una storia del cinema a sette note che costeggia capolavori e film meno conosciuti, seguendo la mappa di un musicista che ha saputo tracciare una linea di confine nel campo delle colonne sonore: oggi si può dire che l’irruzione di Morricone con la musica di “Per un pugno di dollari” ha creato un ‘prima’ e un ‘dopo’. I conti da quel momento andavano fatti con lui.

Appunto, maestro, c’è Morricone e poi altri autori, anche molto bravi, ma sembrano citarla un po’ troppo spesso. Penso a Hans Zimmer...

«Ah, Zimmer, me l’hanno detto, quello ci marcia... ma no, non è vero. Le sue colonne sonore (dal “Gladiatore” a “Inception” e “Interstellar”, ndr) le considero in qualche modo un omaggio alle mie: ci sono echi che ritornano e citazioni. Si fa così quando si ama qualcosa. Tra l’altro lui è venuto ad assistere a un concerto in mio onore in America che raccoglieva tanti musicisti...».

E in Italia? Lei rivoluzionò. Gli altri, anche giovani, che fanno?

«Ci sono dei musicisti bravi...».

La pausa dura troppo a lungo...

«No, no ci sono. Guardi, gliene cito quattro: Carlo Crivelli, Franco Piersanti, Luis Bacalov e Nicola Piovani».

Cos’hanno rispetto ad altri?

«Mi piacciono perché scrivono loro la musica, compongono tutto, non sono solo degli “arrangiatori”».

La differenza?

«Io lo posso dire: ho fatto l’arrangiatore negli anni Sessanta alla Rca, un periodo irripetibile. Ci sono cantautori che compongono un tema ma poi se lo fanno arrangiare da altri».

Lei ha scritto anche musica leggera...

«No, sfatiamo una leggenda: non ho mai scritto canzoni fini a se stesse. Le canzoni che ho composto erano tutte inserite in qualche colonna sonora. Certo, erano “canzoni”, ma funzionali a un film».

E la mitica “Se telefonando” cantata da Mina che ha composto con Maurizio Costanzo?

«Era la siglia di una trasmissione, “Altissima pressione”. Vede, anche quella legata in qualche modo allo schermo. Mai scritto canzoni tanto per scrivere canzoni. No, adesso che ci penso, forse un paio con Migliacci per Milva, mi faccia pensare... Le svelo una cosa curiosa».

Prego.

«In uno dei miei viaggi negli Stati Uniti ho scoperto in un negozio di dischi una compilation di quattro cd con mie musiche e di cui ignoravo l’esistenza. Erano tutte canzoni sì, ma canzoni composte per il cinema».

Quindi, non ha mai avuto la curiosità di dare una mano a qualche cantante italiano di oggi?

«Per carità! Qualcuno mi ha anche inseguito a lungo, ma non mi interessa».

Non li ascolta nemmeno?

«No. E dire che ne ho di pelo sullo stomaco».

Al cinema quando ascolta una colonna sonora...

«Se sento una buona musica ho paura di lasciarmi influenzare, una brutta mi fa incazzare».

Ama tutte le sue musiche?

«C’è stato un periodo della mia vita in cui accettavo di tutto, forse solo una volta ho rifiutato un film perché era proprio orrendo. Altri, non dico orrendi ma solo accettabili, li ho fatti. Anzi, proprio per quei film deboli mi impegnavo al massimo per creare una musica straordinaria».

Ed è servito a quei film?

«Una scelta sbagliata. Perché il livello musicale non può differire troppo dal livello del film. È una regola matematica: una bella musica non aiuta in alcun modo un film mediocre, al contrario un bel film può portare al successo una colonna sonora mediocre. È successo tante volte e succede ancora».

Maestro, che musica ascolta a casa, magari per rilassarsi?

«La mia».