Venerdì 26 Aprile 2024

L'INTERVISTA / Guidi: basta incentivi a pioggia «Nuovo round di liberalizzazioni»

Il ministro: serve una lenzuolata all’anno, la prossima entro dicembre

Il ministro dello sviluppo economico Federica Guidi in aula durante il question time alla Camera, Roma, 04 marzo 2015. ANSA/ ANGELO CARCONISVILUPPO ECONOMICO Il ministro Federica Guidi (Ansa)

Il ministro dello sviluppo economico Federica Guidi in aula durante il question time alla Camera, Roma, 04 marzo 2015. ANSA/ ANGELO CARCONISVILUPPO ECONOMICO Il ministro Federica Guidi (Ansa)

Roma, 12 aprile 2015 - "Basta incentivi a pioggia per le imprese", il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi rivendica la politica industriale del governo. Lancia il cuore oltre l’ostacolo: "Il Paese sta cambiando pelle e non ci fermeremo qui". E alza il tiro: serve una lenzuolata di liberalizzazioni all’anno, la seconda arriverà già entro dicembre 2015.

Spending e tagli alle agevolazioni fiscali: il governo punta a risparmiare 2,4 miliardi. È fattibile?

"Non c’è ancora nulla di definito. Noi come ministero negli ultimi mesi abbiamo già attuato una ricognizione delle forme di incentivazione alle imprese canalizzando le risorse su alcuni strumenti più qualificanti. La revisione degli incentivi a pioggia è giusta ed è una scelta di politica industriale".

Il premier confida che la crescita 2015 superi lo 0,7% stimato. Ottimista anche lei?

"Sì, è una stima prudente. C’è una ripresa a livello europeo che è stata agganciata anche grazie alle riforme. Parlando con gli imprenditori colgo più ottimismo e volontà di usare gli strumenti a disposizione: Jobs Act ma anche incentivi agli investimenti. Come la Sabattini che è stata rifinanziata con 2,5 miliardi, la Guidi–Padoan e il credito di imposta per ricerca e sviluppo. Misure che iniziano a dare frutti: gli investimenti hanno cambiato trend".

A proposito di Jobs Act, è spuntata una clausola di salvaguardia sulle imprese per la stabilizzazione dei co.co.co. Dubbi della Ragioneria sulle coperture?

"Non mi risultano dubbi. Le clausole di salvaguardia vengono messe perché la legge prevede che ogni misura abbia copertura. Come abbiamo dimostrato, non ne abbiamo mai fatta scattare una".

Tabelle alla mano, nel 2016 il peso del fisco salirà al 44,1%.

"Noi abbiamo lavorato fin dall’inizio per abbassare la pressione fiscale a partire dagli sgravi Irap. Gli 80 euro non vengono calcolati ma sono stati una riduzione di tasse per una quota di italiani".

Il tesoretto da 1,6 miliardi nasce come margine sul deficit, l’Ue può storcere il naso...

"Sono valutazioni che non spettano a me e, in ogni caso, direi di no. Il Def è un documento programmatico, poi congiuntamente il governo valuterà come allocare eventuali risorse aggiuntive. Ci sono molti temi, il contrasto alla povertà è uno di questi".

Il ddl liberalizzazioni è già firmato dal capo dello Stato ma non ancora in Parlamento...

"Si sta incardinando nelle Commissioni e sarà calendarizzato a giorni. Poi il Parlamento potrà decidere se migliorare il testo o integrarlo".

Servono modifiche?

"Abbiamo seguito le raccomandazioni dell’Antitrust toccando settori ampi: assicurazioni, professioni, energia, Poste, comunicazioni. Ci sono temi che restano sul tavolo, non ci fermeremo qui: nel Def è indicato il termine di dicembre 2015 per un nuovo ddl concorrenza. Le liberalizzazioni dovrebbero essere un obbligo di legge annuale".

Sul tavolo restano i taxi?

"Sì. Abbiamo deciso di non inserirlo ora perché per intervenire non serve per forza un ddl. Potrà essere affrontato con altri strumenti".

Dalle liberalizzazioni al mercato: Pirelli sotto il controllo cinese. Bene gli investimenti stranieri... ma in Italia c’è una politica industriale?

"Tutte le azioni messe in campo dal governo in questi sette mesi sono politica industriale. Avere un Paese attrattivo per gli investimenti stranieri non arriva dal cielo: è dovuto al fatto che l’Italia sta cambiando pelle. L’operazione Pirelli è stata seguita dal governo, quello che abbiamo a cuore è il mantenimento in Italia delle strutture di comando e del know how. Questo criterio è stato rispettato".