Mercoledì 24 Aprile 2024

Siena, scoperti 160 mila litri di falso Brunello di Montalcino, pari a un milione di euro

Secondo gli investigatori è stata manipolata l'intera filiera del vino famoso nel mondo. Nei guai un consulente accusato di frode in commercio, accesso abusivo a un sistema informatico, appropriazione indebita aggravata e continuata e reati di falso

I Nas sequestrano bottiglie di falso Brunello di Montalcino (Ap/Lapresse)

I Nas sequestrano bottiglie di falso Brunello di Montalcino (Ap/Lapresse)

Siena, 9 settembre 2014  - Oltre 160.000 litri di vino pari a oltre 220mila bottiglie tra Brunello di Montalcino e Rosso di Montalcino sono state sequestrate dalla guardia di finanza di Siena in un'operazione congiunta con il consorzio del vino Brunello di Montalcino. Secondo gli investigatori è stata manipolata l'intera filiera del vino famoso nel mondo. Il valore del prodotto sequestrato è di un milione di euro. Un consulente è stato denunciato per frode in commercio, accesso abusivo a un sistema informatico, appropriazione indebita aggravata e continuata e reati di falso. Secondo le accuse, l'uomo, coadiuvato da collaboratori a vario titolo e con diverse funzioni nell'ambito dell'intera filiera, sarebbe riuscito a commercializzare, spacciandolo come vino Brunello e Rosso di Montalcino, un enorme quantitativo di vino di modesta qualità.

Grazie ad una segnalazione del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, la procura della Repubblica e la guardia di finanza senesi hanno scoperto una clamorosa frode a danno dell'immagine di una delle Docg nazionali più famose nel mondo. Un consulente tecnico di svariate aziende agricole produttrici di vino della zona di Montalcino, rimaste vittime della frode, coadiuvato da collaboratori a vario titolo e con diverse funzioni nell'ambito dell'intera filiera della produzione e messa in vendita di uve e vino, in corso di identificazione, dal 2011 al 2013 è riuscito a commercializzare, spacciandolo come vino Brunello e Rosso di Montalcino, un enorme quantitativo di vino di modesta qualità. 

Il professionista, abusando del rapporto lavorativo in essere e della fiducia confinatagli anche in virtù di dimostrate elevate capacità professionali, si impossessava di documentazione e di materiale genuino attestante la docg (contrassegni di Stato, documenti di trasporto, fatture etc.) ovvero ne riproduceva di ulteriore in maniera artefatta.

I documenti contabili gli consentivano di accompagnare partite di uva e di vino comune - acquistate, presumibilmente in nero - che vendeva alle cantine durante la fase della vendemmia e dell'invecchiamento, mentre i contrassegni gli avrebbero permesso, invece, di "vestire" da Brunello - in modo perfetto e impossibile da scoprire - bottiglie di qualunque vino rosso. Una parte del vino sequestrato all'esito delle perquisizioni, infatti, era ancora nella fase dell'invecchiamento in botte: in quei casi l'acquirente avrebbe conservato per anni quel prodotto convinto di ottenere, alla fine del ciclo previsto dal disciplinare, un prodotto eccellente.

Il meccanismo risultava poi ineffabile grazie alle straordinarie abilità informatiche del soggetto, che è riuscito perfino ad inserire dati falsati nella banca dati Artea della Regione Toscana (Agenzia Regionale Toscana per le Erogazioni in Agricoltura), creando perfetta corrispondenza tra la documentazione amministrativa mendace ed i dati telematici consultabili dagli organi di controllo. Dalle indagini, delegate dal sostituto procuratore di Siena, Aldo Natalini, al dipendente nucleo di polizia tributaria del capoluogo, è emerso in effetti che l'abile truffatore aveva eseguito ripetuti accessi telematici al citato sistema informatico Artea, falsificando i dati delle dichiarazioni di produzione delle vendemmie, delle giacenze contabili e delle cessioni di vino sfuso.

Le indagini delle Fiamme Gialle, svolte con la preziosa e determinante collaborazione del personale dell'ispettorato repressione frodi del ministero delle Politiche Agricole sono partite in seguito ad una segnalazione da parte dall'Ente che si occupa della tutela del prestigioso marchio, il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, il quale, anche attraverso il dipendente Ente di certificazione Valoritalia Srl, ha poi fornito agli inquirenti preziosa e costante collaborazione. 

Le investigazioni finora svolte hanno consentito di rinvenire, a seguito di plurime perquisizioni, e sottoporre a sequestro probatorio 165.467 litri di vino - pari a circa 220.600 bottiglie del formato da 0,75 cl., di cui litri 75.620 di Brunello di Montalcino e litri 89.847 di Rosso di Montalcino, per un valore di almeno un milione di euro, ed inoltre di numero 2.350 contrassegni di Stato e copiosa documentazione e materiale contraffatto. Le particolari abilità informatiche del "truffatore seriale" gli hanno consentito, altresì, di introdursi all'interno del sistema "home banking" personale di due imprenditori, tentando di trasferire a suo nome fondi su istituti di credito esteri e di impossessarsi, con operazioni di sportello, di ben 350.000 euro dai conti correnti di uno di essi su conti propri. L'uomo, su richiesta dal pm titolare e su disposizione del gipdi Siena, confermata dal tribunale del riesame di Firenze, è sottoposto alla misura cautelare del divieto di dimora nel Comune di Montalcino. Inoltre, nei suoi confronti è stato disposto il sequestro preventivo delle disponibilità finanziarie acquisite grazie alle truffe perpetrate, fino alla concorrenza di 350.000 euro a titolo di profitto del reato ad oggi provvisoriamente quantificato.

MINISTRO MARTINA: ABBIAMO I MEZZI PER DIFENDERE L'ECCELLENZA - "Abbiamo i mezzi giusti per difendere i nostri prodotti d'eccellenza e l'operazione di oggi della Guardia di Finanza in collaborazione con il nostro Ispettorato repressione frodi ne è la conferma. L'azione di contrasto messa in campo testimonia che i livelli di presidio della qualità ci sono e funzionano". Lo ha dichiarato il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina commentando il maxi sequestro di litri di Brunello di Montalcino contraffatto.

"Proprio la sinergia operativa tra gli organismi di controllo e gli enti preposti alla certificazione, infatti, ha consentito di impedire che la frode colpisse ancora i consumatori - ha aggiunto il ministro - e di porre fine a un'odiosa concorrenza sleale nei confronti dei produttori onesti. Chi vuole operare fuori dalle regole va messo fuori gioco e per questo ritengo importante l'esempio dato dal Consorzio del Brunello nel denunciare movimenti sospetti".  

COLDIRETTI: RADDOPPIANO VINI CONTRAFFATTI -  "Dall'inizio della crisi sono più che raddoppiate le frodi nel settore del vino e degli alcolici con un incremento record del 102 per cento del valore delle bottiglie sequestrate perché adulterate, contraffatte o falsificate, con un danno incalcolabile per il prodotto agroalimentare Made in Italy più esportato". E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base della preziosa attività svolta dai carabinieri dei Nas dal 2007 al 2013 in riferimento alla positiva operazione della Guardia di Finanza.

Un blitz che cade a pochi giorni dall'avvio della vendemmia. "Gli ottimi risultati dell'attività delle forze dell'ordine confermano l'efficacia del sistema di controlli in Italia contro un crimine particolarmente odioso perché si fonda sull'inganno", ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare il grave danno che la criminalità provoca all'immagine del prodotto agroalimentare italiano all'estero dove nonostante la crisi le esportazioni in valore del vino sono aumentate del 3 per cento nel primo quadrimestre del 2014 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

La produzione di Brunello nel 2013 è stata di 8,1 milioni di bottiglie per un fatturato di 165 milioni di euro con la quota destinata alle esportazioni che è salita al 67 per cento, oltre 2 bottiglie su 3. "Per l'export di Brunello la destinazione più importante - conclude la Coldiretti - è rappresentata dagli Usa (28%), seguiti dai mercati asiatici (15%) e dal centro America (Brasile, Messico, Panama, Venezuela e altri), che rappresenta circa il 10%". In crescita è stato anche il giro d'affari del settore enoturistico a Montalcino (ristoranti,alberghi, enoteche e altro) che registra un aumento del 5% e supera i 30 milioni.