Giovedì 25 Aprile 2024

Strappo Europa-Usa, Merkel contro Trump: di lui non mi fido

La Cancelliera ha scelto un comizio in Bavaria per sancire la distanza dall'alleato americano

La cancelliera Angela Merkel a un comizio in Bavaria (Afp)

La cancelliera Angela Merkel a un comizio in Bavaria (Afp)

Berlino, 29 maggio 2017 - Il dado è tratto: la Cancelliera ha perso la pazienza. Dopo che Donald Trump ha rifiutato di impegnarsi a rispettare l’articolo 5 della Nato («ogni attacco a un paese Nato è un attacco a tutti») e di riconfermare l’adesione al trattato globale sul clima di Parigi firmato da Obama ma anche da altri 146 paesi, Angela Merkel ha rotto gli indugi e – partecipando a un comizio in Baviera – ha annunciato la svolta. «I tempi in cui potevamo fare pienamente affidamento sugli altri – ha scandito – sono passati da un bel pezzo: questo l’ho capito negli ultimi giorni. Bisogna mantenere relazioni amichevoli con Usa, Gran Bretagna e Russia, ma è con Parigi che bisogna coltivare una relazione speciale. Noi europei dobbiamo prendere il nostro destino nelle nostre mani». 

Sotto il tendone da birreria pieno di 2.500 persone è scoppiato un applauso che i media tedeschi sostengono sia durato «alcuni minuti». La Cancelliera, che nei mesi scorsi aveva tentato con Trump la poltica dei piccoli passi e aveva sorvolato sullo sgarbo della mancata stretta di mano alla Casa Bianca, ha capito al G7 di Taormina che è inutile sperare in un cambiamento del presidente Usa. La stessa convinzione ce l’hanno i socialdemocratici tedeschi, che nei giorni scorsi con il candidato cancelliere Martin Schulz avevano criticato l’atteggiamento di Trump al summit Nato e ieri con il presidente del gruppo parlamentare, Thomas Oppermann, hanno detto che la Germania «dovrebbe rivedere la cooperazione con i servizi segreti americani, perché Trump è diventato un rischio per l’Occidente». 

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Merkel ha stretto in queste settimane una forte intesa con il presidente francese Macron, e secondo il Frankfurter Allgemeine avrebbe «un piano segreto» che dopo le elezioni federali del 24 settembre potrebbe cambiare il volto dell’Europa. Tre i punti chiave: migranti, difesa, economia. Se sul primo punto il piano è ancora generico e parla di una stabilizzazione della Libia, il secondo e il terzo sono più dettagliati. 

Sulla difesa Merkel vuole investire di più (oggi la Germania spende l’1,2% del Pil, ndr) avviando quelle cooperazioni rafforzate che porterebbero a un comando comune a Bruxelles e alla creazione di brigate multinazionali. La Bundeswehr tedesca, che ha già un accordo con francesi, olandesi e polacchi, a febbraio ha firmato anche con cechi e romeni. 

Decisivo il terzo punto con l’avvio di una unione economica, con bilancio e ministro delle Finanze comune della zona euro. Con un tedesco come Jens Weidmann alla guida della Banca centrale europea nel dopo Draghi (2019), la Merkel potrebbe anche essere disponibile alla messa in comune del debito futuro «con titoli propri dei quali risponderebberero i singoli Paesi». Non gli Eurobond, ma quasi. Un piano rivoluzionario che porterebbe l’asse dell’Europa sempre più a Berlino. E del quale Trump avrebbe la responsabilità, colpevole di spingere Angela al gran passo.