Mercoledì 24 Aprile 2024

Decollo mancato

SE VOLEVAMO farci del male, ci siamo riusciti. Molto male. L’Italia della ripresa, del rilancio, del cambio di marcia, si è fermata a Fiumicino. Nel fumo della pineta. Nel black out degli scali. Nei ritardi, nei disastri, nella rabbia di migliaia di viaggiatori che hanno consumato metà della loro ferie a Palermo aspettando un giorno e mezzo un aereo che li ha portati a Catania. Complimenti. Tanto che viene da chiedersi se sia l’effetto Roma che stende la sua ala nera sullo scalo più importante d’Italia, o se sia questo aeroporto a portare iella alla Capitale. L’ipotesi più probabile è che uno sia figlio dell’altro (poco importa se è nato prima l’uovo o la gallina) e che tutti e due siano parenti stretti di un’Italia ladrona e cialtrona a cui non ci vogliamo rassegnare, ma che sarà molto difficile sconfiggere. L’Italia che manda fuori dai gangheri gli italiani, e manda in brodo di giuggiole gli stranieri. Sono giorni e giorni che i media di tutto il mondo inzuppano il pane nel latte avariato della città più bella del mondo, e dintorni. Per la sua sporcizia. Per le sue malefatte amministrative. Per mantenere sempre alto lo spread del ricatto politico psicologico su un Paese perennemente inaffidabile, per dirottare poi altrove, magari a Parigi, le prossime Olimpiadi.    PER questo hub perennemente in emergenza. Dove non sono ancora riparati i danni di un incendio di mesi fa, roba che in Giappone avrebbero già ricostruito anche gli alloggi dei dipendenti. Dove le pinete bruciano apposta, magari partendo da un cumulo di rifiuti in cui qualcuno ha certamente buttato un cerino, perché non crediamo più né a Babbo Natale né alla favola dell’autocombustione. Dove i passeggeri diventano per necessità saccopelisti, anche se hanno come destinazione un cinque stelle. E per fortuna che almeno per qualche giorno tutto fila liscio: quando scioperano i piloti di Alitalia, ad esempio, niente attese, perché uno non fa neppure la fatica di muoversi da casa. Insomma, in un mondo che vive in movimento, di tempi rapidi e certi, noi offriamo in cambio i blocchi contro la Tav, e il desolante spettacolo di Fiumicino. Perché possono capitare a tutti un black out, un paio di incendi, qualche sciopero. Ovvio. Ma con il dubbio che quando capita agli altri sia effettivamente sfortuna, mentre per noi ha l’aria di essere il risultato di qualcosa che non va. Non funziona. Diciamolo pure: non decolla.