Giovedì 25 Aprile 2024

L'ultima truffa agli anziani. "Uscite, la casa brucia"

Fano, incubo per una coppia di ottantenni. Lei: mi sono sentita morire Truffe agli anziani, inviaci le tue segnalazioni via mail a [email protected]

Truffe agli anziani, foto generica

Truffe agli anziani, foto generica

Fano, 18 ottobre 2016 - Una nuova choccante truffa ai danni degli anziani. Si fingono addetti dell’acquedotto un po’ pasticcioni e si introducono in casa, con la scusa di un controllo alle tubature del gas che potrebbero aver rotto involontariamente. Una volta entrati nell’abitazione, fanno scoppiare alcuni fumogeni, facendo credere ai malcapitati di trovarsi in imminente pericolo di vita. È così che li convincono a evacuare la casa, consigliando loro di portare con sé gli oggetti di valore. Ma quando gli anziani vanno a recuperare il denaro e i gioielli dai nascondigli segreti... Rubano tutto.

«Se ci ripenso ho ancora paura – racconta Fedora Gelsomini, 83 anni –. In casa non ci si poteva stare per la puzza di gas. Mi tiravano quei petardi tra i piedi». Sono passate tre settimane da quando lei e suo marito Alessandro sono stati ostaggio per trenta lunghissimi minuti di una banda di truffatori senza scrupoli. Ma il ricordo è ancora terrorizzante. «Sono cardiopatica e potevo morire – prosegue la donna –. Ma lì per lì ero più preoccupata per mio marito a cui non veniva su il respiro». Poche ore dopo questa disavventura, però, è stata lei a essere ricoverata in ospedale, mentre il marito 89enne si disperava: «I medici le hanno trovato qualcosa al cuore: hanno detto che è stato lo spavento. Per carità che non le succeda nulla...».

«Sono stata ricoverata quattro giorni – racconta oggi Fedora – e devo tornare per un controllo a dicembre. In 83 anni non ho mai provato un dispiacere così. Ho capito subito che erano dei truffatori e ho chiesto aiuto. Ho urlato tanto, ma non c’era nessuno». Erano le 9.40 di un sabato mattina qualunque e la signora era appena rincasata con la spesa. «Ho parcheggiato la bici davanti al cancello, senza chiuderla nemmeno, perché non c’era nessuno – racconta –. Ho aperto la porta, ho fatto in tempo ad appoggiare le borse sul pianerottolo che ho sentito una botta sulla spalla. Era un uomo che mi ha detto che, facendo un lavoro nell’acquedotto, avevano rotto un tubo del gas e dovevano controllare che non uscisse gas dai nostri rubinetti. Gli ho detto ‘Allora chiamo mio figlio che lavora all’acquedotto’. Ma quando sono andata al telefono me l’avevano staccato. Poi è stato tutto fuoco e fumo con i petardi».

Nel frattempo è entrato anche un complice. «'Se non venite via saltate per aria’ ci hanno detto – aggiunge il marito –. ‘Fuggite. E se avete cose di valore portatele via con voi’. Sono stato stupido e sono andato in soffitta. Ero in ginocchio, stavo per uscire dal nascondiglio, ho messo i 500 euro e le poche cose d’oro in un secchio che teniamo lì per quando piove. L’ho spinto fuori prima di uscire io. Uno mi era venuto dietro e si è preso tutto. Quando sono riuscito ad alzarmi, erano già scappati».