Mercoledì 24 Aprile 2024

Terrorismo, espulsi 5 macedoni: "Propaganda Isis su Facebook"

Alfano: "Esultavano per i recenti attacchi in Europa". Il procuratore di Trieste Mastelloni: "L'indagine si è arenata di fronte al vaglio critico del Gip"

Il ministro dell'Interno Angelino Alfano (Ansa)

Il ministro dell'Interno Angelino Alfano (Ansa)

Gorizia, 2 ottobre 2016 - Cinque cittadini macedoni sui 30 anni, che risiedevano a Ronchi dei Legionari, in provincia di Gorizia, sono stati espulsi per "apologia in relazione a delitti di terrorismo". Lo comunica direttamente il ministro dell'Interno Angelino Alfano, mentre il procuratore di Trieste Carlo Mastelloni sottolinea che l'inchiesta si era "arenata" per colpa di un giudizio critico del Gip. 

IL MINISTRO ALFANO - Il provvedimento è stato preso, spiega Alfano, "a seguito di lunghe e complesse indagini avviate due anni fa dalla Digos di Trieste e dalla Procura della Repubblica su un account Facebook, dove venivano postati innumerevoli video e documenti a sostegno dell'autoproclamato Stato Islamico". In particolare "gli stranieri monitorati avevano esternato la loro esultanza in occasione dei diversi, recenti attacchi terroristici compiuti in Europa e avevano sempre giustificato le azioni dei miliziani dello Stato Islamico, anche le più crudeli, come le torture e le esecuzioni dei prigionieri".  "Le attività investigative - dice ancora Alfano - hanno documentato l'odio ideologico-religioso che accomunava questi stranieri", che sono "tutti fanatici seguaci dell'autoproclamato Califfato, che più volte avevano parlato con disprezzo dell'imam e della comunità islamica locale perché ritenuti 'moderati' e aperti agli influssi occidentali". 

IL PROCURATORE - Il procuratore di Trieste, Carlo Mastelloni spiega meglio la tipologia del reato: "Fatti di apologia in relazione a delitti di terrorismo commessi attraverso strumenti informatici".  Poi il procuratore sembra volersi togliere qualche sassolino dalla scarpa: "In un'ottica di polizia giudiziaria la Digos della Questura di Trieste ha ben operato - racconta - ma l'indagine giudiziaria si è arenata di fronte al vaglio critico del Gip che non ha ravvisato la sussistenza degli indizi idonei a configurare il reato attribuito agli indagati".  "Alla stregua dei parametri che concernono la sicurezza pubblica, parametri sussidiari, l'espulsione ha avuto una strada più agile, garantita dall'avallo del giudice di pace. Ne è seguita a livello centrale l'intervento del ministro dell'Interno", ha sottolineato il procuratore. Alla fine Mastelloni sospira: i cinque macedoni "sono stati scortati dalla Digos fino a Roma da dove una scorta internazionale li porta in Macedonia. Salvo a non ritrovarceli qui, sotto mentite spoglie, tra qualche mese".