Mercoledì 24 Aprile 2024

Saronno, Cazzaniga choc: "Eutanasia? No, erano omicidi"

Spuntano altre accuse: esami invasivi sui figli dell'amante. Il giudice ha respinto la richiesta di scarcerazione

L'infermiera Laura Taroni e l'ex viceprimario Leonardo Cazzaniga (Ansa)

L'infermiera Laura Taroni e l'ex viceprimario Leonardo Cazzaniga (Ansa)

SARONNO (Varese), 6 dicembre 2016 - CLELIA Leto temeva non solo per i pazienti ricoverati ma anche per i due bambini di Laura Taroni, sua collega al pronto soccorso e amante dell’aiuto anestesista Leonardo Cazzaniga, medico nel reparto. In un’occasione la Leto si è rifiutata di collaborare con Cazzaniga che voleva applicare il suo ‘protocollo’ a una paziente agonizzante.  Passaggi terribili nella denuncia querela che la Leto presenta il 20 giugno del 2014 alla procura di Busto Arsizio. Si è decisa a un passo tanto grave perché ritiene necessario «fermare la condotta immorale e criminale del dottor Cazzaniga», che coinvolge «non solo i pazienti particolarmente deboli o anziani che passano al pronto soccorso ma anche i bambini (i figli della signora Taroni) che in pochi mesi hanno perso il papà, nonno, zio e nonna e che sono stati sottoposti a diversi esami anche invasivi spesso sotto il consiglio e per mano del dottor Cazzaniga». 

Una pratica che prosegue anche dopo la denuncia, tanto che in un’intercettazione del 2015 uno dei figli della Taroni si lamenta perché Cazzaniga gli fa assumere «le gocce con l’acqua» (dosi massicce di ansiolitici, a quanto emerge). La mamma cerca di rassicurarlo: «Amore non fa niente, mal che vada dormi un po’ di più». Il piccolo è restio, perché «la mattina deve alzarsi presto».    ANCORA la denuncia querela di Clelia Leto. Nell’aprile del 2013 l’infermiera è di turno con il medico. Insieme stanno assistendo un paziente, quando una telefonata del 118 annuncia l’arrivo di un’anziana in agonia. Incurante del fatto che il paziente sotto visita, lucido e collaborante, ascolti e capisca, Cazzaniga annuncia che applicherà il suo ‘protocollo’, farmaci come Propofol e Midazolam iniettati in vena che porteranno rapidamente al decesso.  L’infermiera Leto si oppone: le sofferenze dell’agonia possono essere alleviate con morfina e ossigenoterapia. Davanti alla reazione collerica e intimidatoria del medico («Io potrei ucciderti»), l’infermiera minaccia di denunciarlo se non desisterà dal suo intento. Tornato alla sua scrivania, Cazzaniga ordina a Clelia Leto di mettere la paziente sotto monitoraggio cardiologico e di somministrare i farmaci di supporto caridologico come se si trattasse di un’emergenza e non di una persona in agonia. Continuamente minacciata, la Leto si fa sostituire e abbandona l’ambulatorio.   LEONARDO Cazzaniga rimane in carcere. Il gip di Busto Arsizio ha respinto l’istanza di arresti domiciliari. Il medico è pronto a comparire davanti al pm, in settimana. Dalle intercettazioni emergono nuovi tasselli del ‘lessico’ della coppia Cazzaniga-Taroni. In un’intercettazione la donna parla della «scelta» fatta nel 2012, non si può dire se si riferisca alla loro relazione sentimentale, se a una sodalizio, una sorta di patto di morte. Per il pm Maria Cristina Ria si tratta di «un’espressione equivoca e inquietante».  È il 30 giugno 2013. Massimo Guerra, marito della Taroni, sta morendo sul divano, nell’abitazione di Lomazzo. La moglie è in casa, intenta a scambiare sms con il suo amante, otto fra le 11.33 e le 11.58. Alle 12.52 Laura Taroni avvisa la guardia medica. Due anni dopo, nel secondo anniversario della morte, la donna riferisce a Cazzaniga di avere detto al figlio che «suo papà era un mostro, per me era un mostro. Se non lo avesse ucciso il... Lo avrei ucciso io». 

Cazzaniga e la Taroni vengono intercettati in auto il 19 giugno 2016. Il medico dichiara di avere praticato l’eutanasia. «Io, cioè, non sono neanche l’unico ma ...», aggiunge. La compagna lo rimbrotta: «Ma non è vero poi, non diciamo... L’ eutanasia è un’altra cosa. L’eutanasia è quando uno è ancora lucido, cioè una persona lucida, presente, che ti chiede di porre fine alla sua vita, questa è l’eutanasia! Cioè tu firmi, loro ti danno un cocktail di farmaci per bocca o ...». Di fronte alla spiegazione, Cazzaniga si corregge: ha commesso degli «omicidi volontari».