Venerdì 26 Aprile 2024

Saronno, la lunga agonia del marito tradito. "Il vice primario scambiò le provette"

La pista: sangue sostituito, così gli esami venivano alterati

Cazzaniga e Taroni (Newpresse)

Cazzaniga e Taroni (Newpresse)

Saronno (Varese), 1 dicembre 2016 - «RICORDO solo che nel periodo di tempo compreso tra la seconda richiesta di analisi e l’ultima, vidi il dottor Cazzaniga con un batuffolo di cotone sul braccio del tipo di quelli generalmente utilizzati dopo un prelievo di sangue endovenoso». È la testimonianza di una dottoressa del pronto soccorso dell’ospedale di Saronno, in servizio l’11 novembre 2012. L’infermiera Laura Taroni chiede il controllo di emocromo e biochimica per Massimo Guerra, il marito diabetico. Secondo gli inquirenti non ci sono dubbi: quel giorno Leonardo Cazzaniga, l’aiuto anestesista amante della Taroni, sostituisce la seconda provetta con il suo sangue a quella che dovrebbe contenere, invece il prelievo effettuato su Guerra (che non è neppure presente in reparto). Il Gip di Busto Arsizio, Luca Labianca, nell’ordinanza che ha portato in carcere la coppia Cazzaniga-Taroni, annota che continua così «il piano predisposto dagli indagati teso ad avvalorare esternamente l’idea che Guerra fosse affetto da gravi patologie, in verità inesistenti, tali da determinare il suo decesso per cause naturali ma in verità indotto dalla somministrazione da costoro predisposta e attuata da farmaci letali». Le analisi rivelano un livello di glicemia pari a 860 mg/dl, tanto elevato da fare temere il coma iperglicemico e da imporre l’immediato ricovero. Ma non avviene.   IL CONTENUTO della provetta è stato alterato? È una delle domande che il sostituto procuratore Maria Cristina Ria, titolare della inchiesta, pone alla dottoressa. «I casi – è la risposta – sono due: o Guerra era in grave pericolo di vita, o il secondo campione di sangue è stato alterato. Per farlo, basta aggiungere al campione di sangue una soluzione glucosata come quelle solitamente utilizzate in reparto». È solo una delle tappe di un’odissea clinica del marito di Laura Taroni, fra crisi e ricoveri al pronto soccorso, sempre più debilitato dai farmaci sedativi, ipnotici e altro che gli vengono somministrati in dose massicce, spietatamente, in rapida successione dalla moglie e da Cazzaniga.    UN LENTO, inesorabile, avvelenamento che inizia nel 2011: è il 12 novembre quando Guerra viene ricoverato al pronto soccorso. I familiari assistono, impotenti, al suo inarrestabile decadimento fisico. «In quel periodo – ricorda la sorella Gabriella – Massimo aveva sempre il passo pesante, sembrava in una sorta di generale torpore e profonda spossatezza». Il 30 giugno 2013 l’uomo guida il furgone che trasporta i prodotti dell’azienda agricola di famiglia al mercato di Saronno. Reclina la testa sul volante. Non riesce a rimanere sveglio. Massimo Guerra muore quel giorno, a 46 anni.