Giovedì 25 Aprile 2024

Ragazzo suicida a Lavagna, la madre: "Chiesi io aiuto ai finanzieri"

Genova, addio al figlio sedicenne. Folla ai funerali, ma la scelta divide

Funerali a Lavagna per il 16enne morto lanciandosi dal balcone (Ansa)

Funerali a Lavagna per il 16enne morto lanciandosi dal balcone (Ansa)

Lavagna (Genova), 16 febbraio 2017 - UNA TRAGEDIA che continuerà a lungo a fare rumore. La scelta di una madre che pietrifica e divide. Il suicidio di Giò Bianchi, 16 anni, dopo i suoi funerali ha assunto una dinamica precisa: è stata la madre Antonella Riccardi a chiedere l’intervento della Guardia di finanza, gesto che ha anticipato di qualche ora il suicidio del figlio adottivo. L’urlo di disperazione della madre che ha visto il proprio figlio togliersi la vita – lanciandosi dal balcone di casa durante la perquisizione delle Fiamme gialle che lo avevano trovato con hashish a scuola – dopo avere «provato con ogni mezzo a combattere la guerra contro la dipendenza prima che fosse troppo tardi». Queste le parole di Antonella – che aveva fondato CyberTribù, una piattaforma per istruire le startup sul mondo digitale – durante l’addio in chiesa. Ai militari della Gdf la madre del ragazzo ha rivolto «un pensiero particolare».   «GRAZIE per avere ascoltato un urlo di disperazione di una madre che non poteva accettare di avere suo figlio perdersi», ha detto la donna durante le esequie alle quali hanno partecipato finanzieri in borghese. Una richiesta di aiuto che la donna ha lanciato la mattina stessa della perquisizione, quella terribile mattina, secondo il racconto del comandante provinciale della Finanza Renzo Nisi, recandosi in caserma. «Non sapeva più cosa fare. Aveva provato tante volte a cercare di convincere il ragazzo a smettere ma non sapeva più come fare», ha detto il finanziere tracciando i contorni di una tragedia che tocca tutti i genitori e i figli del mondo. «Quella di questo ragazzo – prosegue il comandante – è una famiglia da ammirare perché non ha fatto finta di nulla, ha avuto il coraggio di non nascondersi dietro a un problema. Un problema che c’era, anche banale, ma c’era. La mamma si è data da fare in tutti i modi e alla fine si è rivolta a noi. Ciò che è successo è imponderabile, fuori da quello che umanamente uno si può immaginare. La mamma del giovane è venuta in caserma e ci ha detto che il figlio usava droghe leggere, che aveva paura che fosse finito in un brutto giro. Abbiamo capito che non ci trovavamo davanti a un criminale e siamo intervenuti quasi con una finalità pedagogica visto che erano appunto pochi grammi».   IERI c’erano duemila persone a sentire le parole di ferro di Antonella. La donna al termine della cerimonia abbracciata al padre del giovane, Marco Bianchi, si è rivolta ai ragazzi toccando i punti della galassia millenials: «Vi vogliono far credere che fumare una canna è normale, che faticare a parlarsi è normale, che andare sempre oltre è normale. Qualcuno vuol soffocarvi. Diventate protagonisti della vostra vita e cercate lo straordinario. Straordinario è mettere giù il cellulare e parlarvi occhi negli occhi. Invece di mandarvi faccine su WhatsApp, straordinario è avere il coraggio di dire alla ragazza sei bella invece di nascondersi dietro a frasi preconfezionate». «Straordinario è chiedere aiuto proprio quando ci sembra che non ci sia via di uscita. Straordinario è avere il coraggio di dire ciò che sapete. Per mio figlio è troppo tardi ma potrebbe non esserlo per molti di voi, fatelo». Poi rivolgendosi ai genitori ha chiesto di non nascondere i problemi magari solo per salvare la facciata, ma di parlarne e condividerli. Sulla bara due magliette dell’Entella. La sua, numero 15, e quella fatta fare dalla società con il numero 6: «Sei sempre con noi».