Venerdì 26 Aprile 2024

Fondi Piemonte, assolto l'ex governatore Roberto Cota

Dieci condanne e 15 assoluzioni nel processo 'Rimborsopoli'. E Cota attacca Renzi dopo le parole di ieri sulle "mutande verdi"

Roberto Cota (Ansa)

Roberto Cota (Ansa)

Torino, 7 ottobre 2016 - Roberto Cota assolto nel processo sui fondi della Regione Piemonte, ribattezzato 'Rimborsopoli'. Il procedimento si è concluso con dieci condanne e 15 assoluzioni: la causa riguardava l'uso distorto dei fondi destinati ai gruppi politici rappresentati in Consiglio regionale. La procura aveva chiesto la condanna di tutti i 25 imputati a pene che nel complesso ammontavano a circa sessantasei anni di reclusione.

COTA - "Sono stato fatto oggetto di attacchi ignobili - le prime dichiarazioni di Cota -, e ho sofferto tanto, ma ho fatto bene ad avere fiducia perché qualcosa nelle istituzioni funziona". Quindi aggiunge, in riferimento alle 'mutande verdi' tirate in ballo da Renzi nella sua visita di ieri a Torino: "Ha perso una occasione per stare zitto. Avrebbe dovuto mostrare altra sensibilità istituzionale, che non ha...".

LA SENTENZA - Dieci le condanne emesse dal tribunale di Torino a carico di ex consiglieri regionali del Piemonte: Michele Giovine (3 anni e 10 mesi), Andrea Stara (3 anni e 4 mesi), Michele Formagnana (2 anni e 8 mesi), Angiolino  Mastrullo (2 anni e 6 mesi), Alfredo Roberto Tentoni (2 anni e 5 mesi), Rosa Anna Costa (2 anni e 1 mese), Daniele Cantore (un anno e otto mesi), Alberto Cortopassi (2 anni e 1 mese), Giovanni Negro (un anno e quattro mesi), Augusta Montaruli (4 mesi).

Il dispositivo dettaglia le somme per le quali gli imputati sono stati condannati: Giovine, per esempio, è responsabile per 14 mila euro,  Stara di quasi 30 mila euro, Cortopassi di 2.800 euro, Negro di 1.250 euro. Montaruli è stata condannata per un solo scontrino, relativo a una spesa del 2011 che è stata considerata non come peculato, ma come una violazione delle norme sul finanziamento ai partiti. Giovine e Stara sono stati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici. Tutti gli imputati, tranne Andrea Stara (nella lista di Mercedes Bresso), facevano parte delle file del centrodestra.