Martedì 21 Maggio 2024
ETTORE MARIA COLOMBO
Cronaca

Consip, la rivincita di Renzi. "Babbo piange di felicità"

"Grillo si vergogni, i processi non si fanno ai politici"

Matteo Renzi a Porta a Porta (ImagoE)

Matteo Renzi a Porta a Porta (ImagoE)

Roma, 11 aprile 2017 - "Il babbo sta piangendo", confida agli amici con un sospiro. Ai giornalisti, a margine della registrazione di Porta a Porta, racconta: "L’ho chiamato io, lui mi ha chiesto ‘che succede?’, non lo chiamo spesso. Gli ho letto l’agenzia (rivelazioni sull’inchiesta Consip che scagionano Tiziano Renzi, ndr ) e lui si è messo a piangere. È pur sempre un uomo di 65 anni e questa vicenda è una roba grossa. Ora vado a casa: voglio portare i miei figli a cena dal nonno". 

Insomma, una giornata già iniziata bene, per Matteo Renzi – grazie alle notizie in arrivo da Genova, sempre da un giudice, e che mettono nei guai il M5S nella città del loro fondatore, Beppe Grillo – non poteva che finire meglio. L’ex premier è sicuro: "Incasseremo altre soddisfazioni", dice ai suoi. Non si riferisce alle primarie, ma alla possibile archiviazione della posizione del padre Tiziano nell’inchiesta Consip. Lascia ai renziani – Ermini, responsabile Giustizia, Morani, Marcucci e altri – il veleno: "Vogliamo conoscere i nomi, i fatti, e vogliamo sapere i mandanti di questa brutta storia". Tanto che spetta, invece, al sottosegretario alla Giustizia, Migliore, neo-renziano doc, ribadire la «massima fiducia» non solo nella magistratura, ma "nella Procura di Roma", come volerla contrapporla a quella di Napoli, di Woodcock delle cui gesta Renzi cita sempre le inchieste finite in nulla che hanno interessato esponenti del Pd (Graziano a Napoli, Margiotta a Matera), poi prosciolti, o l’Eni con De Scalzi. E così, quando arriva da Vespa, Renzi dà il meglio di sé: "Sarebbe stato facile dire ‘avete visto?’ – attacca – invece bisogna avere totale fiducia nella magistratura, la verità, prima o poi, viene a galla". Poi aggiunge un sonoro "Grillo vergognati!" e "Leggete le carte prima di sputar sentenze".

Certo è che il caso Consip ha toccato e ferito Renzi figlio, non solo Renzi padre: "Ho tatuato addosso quello che è successo in questi mesi – dice da Vespa – una vicenda che mi colpito, ma – aggiunge – quando capita a un normale cittadino, finire nella malagiustizia, che si fa? E quando i processi li fanno i giornali e i politici prima delle procure?". Domande senza risposta, per ora, ma che accennano alla volontà di metter mano a un altra ‘Grande Riforma’, quella della Giustizia, che non ha nulla a che vedere – sia detto per inciso – con la riforma del processo penale e della prescrizione che sta portando avanti il ministro Orlando che è riuscito a farci mettere la fiducia solo ora, con Gentiloni. Orlando ("se Renzi vince, ci farà perdere le elezioni") ed Emiliano ("se Renzi vince, distruggerà il Pd") lo attaccano a testa bassa, ma per Renzi – sicuro di vincere le primarie, il solo timore rimasto è quello legato alla scarsa affluenza – sono solo rumore di fondo: il Pd, fino a poche settimane fa teneva bassa la stima, ora invece parla di almeno due milioni di partecipanti, sotto i quali sarebbe flop, anche se come ha detto Renzi ieri «abbiamo scelto un giorno difficile», il 30 aprile (in mezzo, cioè, a un mega ponte). E così, rilassato e pimpante, offre rassicurazioni su (quasi) tutto. "Il governo Gentiloni non cadrà, se vincerò le primarie, anche perché io ne sono il primo tifoso e Paolo sta facendo un grandissimo lavoro"; "Non ci saranno elezioni anticipate a ottobre", e via così.

Resta solo un busillis. Renzi vuole una legge elettorale pronta all’uso. Ecco perché è pronto al ‘patto col Diavolo’, e cioè proprio con quel M5S che attacca tutti i giorni. Da Vespa offre loro, su un piatto d’argento, "l’eliminazione dei capilista bloccati, non ho difficoltà a prendere voti, io", scalpo che i 5 Stelle chiedono da tempo per dare il loro via libera alla trasposizione di quel che resta dell’Italicum al Senato. Ma se solo un neo ‘Nazareno’ con gli arcinemici potrebbe dare al Paese una legge elettorale, la mossa potrebbe anche essere un modo per ‘mettere paura’ a Forza Italia, che i capilista bloccati li vuole eccome, ma per ottenere sempre lo stesso scalpo, la nuova legge elettorale. Non a caso di Berlusconi, Renzi dice in modo affettuoso: "Altro che agnelli, quello ha sette vite come i gatti".