Giovedì 25 Aprile 2024

Consip, indagato capitano dei carabinieri. "Falsificati gli atti contro Tiziano Renzi"

Le accuse dei pm al capitano del Noe che, interrogato, si è avvalso della facoltà di non rispondere. L'ex premier: "Mio padre in lacrime. La verità viene a galla"

Tiziano Renzi (Ansa)

Tiziano Renzi (Ansa)

Roma, 10 aprile 2017 - Colpo di scena nel caso Consip. ll capitano del Noe, Giampaolo Scafarto, è indagato dalla procura di Roma per falso in quanto autore di un'informativa nell'ambito dell'inchiesta in cui, secondo i pm, avrebbe dichiarato il falso. In base alle accuse, da un lato Scafarto avrebbe accreditato erroneamente la tesi della presenza dei servizi segreti nel corso degli accertamenti e, dall'altro, avrebbe attribuito ad Alfredo Romeo e non a Italo Bocchino una frase intercettata: "...Renzi l'ultima volta che l'ho incontrato", riferita al padre dell'ex premier, indagato per traffico di influenze nell'inchiesta. Tiziano Renzi, in merito, ha sempre negato di aver incontrato Romeo. L'imprenditore campano è in carcere dal primo marzo scorso per corruzione, per aver versato 100mila euro al dirigente Consip Marco Gasparri. Interrogato oggi dal pm Mario Palazzi, il capitano Scafarto si è avvalso della facoltà di non rispondere.

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I DUE PUNTI SOTTO ACCUSA  - Scafarto è accusato di falso materiale e falso ideologico. Sono due gli episodi di falso che la Procura di Roma gli contesta. Episodi che, secondo gli inquirenti romani che poi al Noe hanno tolto la delega dell'inchiesta assegnandola al Nucleo investigativo di Roma, proverebbero come l'inchiesta sia stata viziata da significativi depistaggi a cominciare da un incontro (non suffragato da prove) tra l'imprenditore campano Alfredo Romeo e Tiziano Renzi.

LE OMISSIONI SUI SOSPETTI - Nel primo capo di imputazione, infatti, si contesta a Scafarto di aver omesso alcuni particolari importanti relativi ai 'sospetti 007' notati durante il famoso recupero dei 'pizzini' dall'immondizia da parte dei militari. Il pm Mario Palazzi spiega che Scafarto "redigeva nell'esercizio delle sue funzioni l'informativa n.246/557 nella quale, al fine di accreditare la tesi del coinvolgimento di personaggi asseritamente appartenenti ai servizi segreti, ometteva scientemente informazioni ottenute a seguito delle indagini esperite".

In particolare, dopo aver affermato che durante lo svolgimento delle indagini 'lo scrivente e altri militari di questo comando hanno da tempo il ragionevole sospetto di ricevere 'attenzioni' da parte di qualche appartenente ai servizi', "a conforto di ciò - si legge nel capo di imputazione - indicava l'esistenza di due annotazioni di servizi del 18 e 19 ottobre 2016". Nella seconda annotazione Scafarto "aveva evidenziato come, mentre i militari si erano recati a piazza Nicosia per effettuare l'acquisizione della spazzatura prodotta dalla Romeo Gestione spa, gli stessi 'notavano persone, in abiti civili in atteggiamento sospetto, che più volte incrociavano lo sguardo degli operanti e controllavano le targhe delle auto ivi parcheggiate; nello specifico due persone controllavano i movimenti degli operanti; si trattava di una persona (fotografata) che ha più volte percorso le strade adiacenti piazza Nicosia, controllando le targhe dei mezzi parcheggiati'". Nel fare ciò, il capitano del Noe "ometteva di riferire all'autorità giudiziaria" che l'uomo sospettato di essere uno 007, perché osservava i carabinieri mentre recuperavano 'i pizzini' di Romeo, era in realtà un cittadino con residenza in quella strada

L'INTERCETTAZIONE - Nel secondo episodio contestato all'ufficiale del Noe, entra in gioco la conversazione ambientale, dove si fa riferimento Tiziano Renzi, che il capitano Scafarto avrebbe erronaemente attribuito ad Alfredo Romeo. La frase in questione, riguardante un presunto incontro con il padre dell'ex premier, sarebbe invece stata pronunciata da Italo Bocchino. Nell'invito a comparire si legge che "riferendo il contenuto di una conversazione ambientale intercettata all'interno dell'ufficio di Roma della Romeo Gestioni spa il 6 dicembre 2016, Scafarto affermava, contrariamente al vero, che '...ad un certo punto il Bocchino si allontana e il Romeo continua a parlare con il Ruscigno e mentre quest'ultimo commentava negativamente tutti i provvedimenti emessi dalla magistratura, ritenendo che non vi siano prove contro il Romeo, quest'ultimo racconta del suo rapporto con il Bocchino per poi affermare: '...Renzi l'ultima volta che l'ho incontrato...'". Scrive ancora Scafarto: 'Questa frase assume straordinario valore e consente di inchiodare alle sue responsabilità il Renzi Tiziano in quanto dimostra che effettivamente il Romeo e il Renzi si siano incontrati (circostanza, questa, che verrà riferita a verbale da Alfredo Mazzei sentito il 2 gennaio 2017), atteso che il Romeo ha sempre cercato di conoscere Renzi Matteo senza però riuscirvi'. Quando invece tale affermazione - precisano i pm di Roma - "era stata profferita da Bocchino Italo come peraltro correttamente riportato sia nel sunto a firma del vicebrigadiere Remo Reale, sia nella trascrizione a firma del maresciallo capo Americo Pascucci, presenti nel brogliaccio informatico". 

MATTEO: MIO PADRE IN LACRIME. VERITA' A GALLA - La reazione di papà Renzi la racconta in tv il figlio Matteo: "Ho appreso la notizia questo pomeriggio dall'agenzia, ho chiamato io mio padre e la reazione è immaginabile, si è messo a piangere - dice l'ex premier a margine della registrazione di Porta a Porta - È pure sempre un uomo di 65 anni e questa vicenda è una cosa grossa che colpisce come accadrebbe a qualunque famiglia. Infatti sto andando a casa perchè voglio portare i miei figli a cena dal nonno". Matteo Renzi commenta così nel merito: "È molto strano quello sta avvenendo ma ho totale fiducia nella magistratura. Non abbiamo nulla da nascondere. Sarebbe facile per me venire qui oggi e dire, essendo in corso un'indagine per falso, 'avete visto...', niente di tutto questo (...). Credo che la verità viene sempre a galla".