Mercoledì 24 Aprile 2024

Profughi in arrivo anche a Capri. Sull'isola dei vip infuria la polemica

Tra social e piazzetta: "Qui la vita costa, come posono campare?"

La piazzetta di Capri (Ansa)

La piazzetta di Capri (Ansa)

Roma, 27 gennaio 2017 - CAPRI come Capalbio? Presto per dirlo. Ma nella piazzetta più celebre del mondo tira una brutta aria. Aria di rivolta. Commenti a denti stretti nelle strade e parole senza freni sui profili Facebook. Insomma, l’idea che l’isola dei vip debba fare posto ai rifugiati politici, proprio non va giù. L’ordine arriva dal Prefetto, deciso sulla base di precisi regolamenti e di una direttiva partita dal ministero dell’Interno. La sostanza è chiara: ogni Comune della Campania, deve essere pronto a ospitare un certo numero di profughi in rapporto alla popolazione. Fra Capri ed Anacapri, l’indicazione si ferma a quota 45 persone, divise più o meno fifty fifty. La legge è uguale per tutti. Ma c’è anche chi, come l’ex sindaco Ciro Lembo, sollecita qualche eccezione. «Abbiamo sempre detto che Capri è un’altra cosa, non può essere messa sullo stesso piano degli altri Comuni. Abbiamo ordinanze ferree che impediscono a zingari o extracomunitari di vendere prodotti nell’isola. Quando sono arrivati, siamo sempre riusciti a farli ripartire con il primo traghetto disponibile. Questa storia dei profughi è davvero ingiustificabile». Un altro imprenditore, che vuole restare anonimo, non nasconde la sua amarezza: «I luoghi turistici dovrebbero restare fuori dal giro dei profughi. Come si fa solo a pensare che Capri possa ospitare profughi. Una follia».

NATURALMENTE, per ora, si tratta solo di un’ipotesi. Non è detto che i rifugiati sbarchino davvero nella piazzetta caprese. Quello che è arrivata ieri dal Prefetto di Napoli, Gerarda Maria Pantaleone, è un pre-allarme. Solo se dovesse verificarsi una nuova emergenza, i Comuni potrebbero essere chiamati a offrire un aiuto ai profughi. E, solo in una situazione davvero eccezionale, il contributo potrebbe essere esteso anche alle località turistiche, Capri compresa. Ma le rassicurazioni non bastano. La notizia dei rifugiati fa subito il giro dell’isola. Ed è su Facebook che si scatena la reazione più dura: «Se Capri disponesse di una cinquantina di posti letto per i bisognosi sarebbe giusto offrirli ai nostri connazionali del centro Italia». E c’è anche chi è preoccupato per la salute: «Sai quante malattie nuove adesso arrivano». Certo, per ora la piazzetta è semivuota, i vip sono lontani. Si faranno vedere solo nel weekend. O, nelle settimane più calde. E solo allora si potrà misurare l’effetto della notizia che, nel frattempo, potrebbe conquistare i media internazionali. Gettando qualche schizzo di fango sull’immagine di uno dei posti turistici più famosi del mondo.

«TUTTE le cose che riguardano Capri hanno un effetto mediatico moltiplicato per mille. E noi, da sempre, puntiamo ad un turismo di elite. È una situazione preoccupante che deve essere gestita con attenzione», mette in guardia Ciro Lembo. La preoccupazione è evidente anche fra gli operatori economici. «Come si fa a vivere a Capri con una indennità di 35 euro – sentenzia Sergio Gargiulo, patron della Federalberghi caprese – questo non vuol dire che non siamo solidali con queste persone ma auspichiamo davvero che le autorità locali sappiano fronteggiare l’eventuale emergenza». Prudente anche l’assessore al turismo di Anacapri Massimo Coppola: «Le nostre località turistiche sono di piccole dimensioni e non hanno un vasto patrimonio alberghiero, per cui sarà davvero difficile reperire posti, anche per se poche decine di rifugiati politici». Naturalmente, nell’isola dei vip, solo su un punto tutti sono d’accordo: dietro le critiche non c’è alcuna connotazione di tipo razzistico. «Quasi il sei per cento dei residenti sull’isola è composto da immigrati muniti di permesso di soggiorno e bene integrati. Nessuno vuole fare la guerra agli stranieri». Ma ai rifugiati, forse, sì.