Giovedì 25 Aprile 2024

Sperona la ex in auto e l’accoltella. Le minacce sul web: "Ti sfracello"

Vercelli, lei è in fin di vita. I messaggi choc: non mi toglierai il figlio

Maurizio Zangari (da Qn)

Maurizio Zangari (da Qn)

Vercelli, 29 marzo 2017 - GLI AVEVANO imposto di stare lontano dalla moglie, una vecchia denuncia per percosse. C’era una diffida anche verso i figli di 16 e 22 anni. Con i suoi lividi e i due ragazzi, lei era tornata a vivere dai genitori. Lui continuava a lavorare come addetto alla biancheria in ospedale dopo tanti anni da dipendente nel bowling del paese e per tenersi lontano dalla casa coniugale era finito ospite di un amico a Cameri, nel Novarese. L’aveva conosciuta da bambina, si erano messi insieme da adolescenti. Non poteva finire come in quella citazione di Renato Zero che postava su Facebook il 2 marzo: «Perché vendicarsi? Chi ti ha perso si è già punito da solo». Perché forse la vendetta placa il caos. Annichilisce e azzera. Ossessionato dal matrimonio finito e dalle creature perdute, evidentemente non guarito dal nuovo amore sbandierato sui social, Maurizio Zangari, 43 anni, è andato ad accorciare le distanze e a riprendersi l’onore dopo una separazione vissuta come affronto. Ha aspettato Fiorilena Ronco, 40 anni, davanti alla budelleria di Borgo Vercelli dove la signora lavora. L’ha inseguita in macchina, tamponata e speronata. Si è messo a rincorrerla a piedi con un coltello e ha incominciato a pugnalarla, ventuno volte tra addome, polmoni e gola, riducendola in fin di vita. Fendenti al collo, alla pancia, al polmone. La prognosi è riservata, lui è stato arrestato dai carabinieri dopo una breve fuga.   DEVOTO a Santa Rita da Cascia, a suo agio sotto la statua di Buddha. In pace però mai, nemmeno in vacanza, dove guarda con occhio torvo l’orizzonte. «Un uomo violento», dicono. Uno che non sa perdonare. Undici ore prima dell’aggressione scriveva sul suo diario: «Donne di merda... vi ricordo una sola cosa... toglimi mio figlio è ti sfracello. Non toccate il mio sangue». Pensieri e grammatica sconclusionati vomitati sul profilo pubblico dove santi e Madonne si arrendono a frasi così: «Bastriardi fatemi muovere poi vengo a prenderti a casa cane». Al suo «amo», la nuova compagna T. C., indirizzava frasi scopiazzate, almeno queste senza errori: «Col tempo impari a tenerti tutto dentro, non perché hai un carattere chiuso ma perché spesso spiegare è inutile. Tanto alla fine le persone che ti capiscono veramente sono quelle a cui non hai bisogno di spiegare nulla». Non è accertato che lei capisse. Il 21 marzo Maurizio si lamentava: «I pensieri sono tanti… e la vita ingiusta …. I figli l’unica felicità rimasta». E la poveretta il giorno dopo era costretta a rettificare per non confondere se stessa e la platea: «Non credo solo i tuoi figli… Dimentichi chi è al tuo fianco… Complimenti». Scaramucce, piccole mancanze di tatto per lei che il 1 marzo scriveva «Ringrazio Dio perché ormai sei solo mio» e il 3 condivideva «grande mangiata al ristorante cinese con il mio amore». Dal carteggio con la sintassi sempre in bilico viene fuori un piccolo mondo complicato. Attriti continui, nemici in agguato, puntini di sospensione «Ridi ridi…al momento più bello che piangi…». E chi deve capire capisce. Il 27 febbraio Zangari era felice, feroce e comparativo: «Bingo vinto 3mila euro notte a gli sfigati».   FINCHÉ lunedì alle due e mezza del pomeriggio scoppiava: «Meglio che qualcuno stia zitto che se dovessi aprir bocca… faccio scatenare un inferno… quindi state zitti che e meglio è camminare a passi lunghi e ben distesi… e qualche albero lungo che faccia meno lo spiritoso». Foto in posa, capelli lunghi tirati indietro. Altra minaccia: «Io sono così: provo a chiarire, una, due volte tre volte dieci cento ma quando mollo è perché non mi interessa più chiarire».