Mercoledì 24 Aprile 2024

Un leader al fronte

Dai, è inutile negarlo: in certe cose Renzi è insuperabile. Sono mesi che gira in treno per l’Italia (Sicilia a parte) buttando una bomba al giorno, ma ostentando fastidio per il «chiacchiericcio della politica»: cioè per i dibattiti che spesso nascono dalle sue esternazioni. Rilancia la priorità dello Ius soli, sapendo benissimo che il Parlamento non inizierà nemmeno a parlarne. Per non parlare della crociata anti vitalizi, una legge che la Consulta aspetta con ansia: per bocciarla. Brutalizza il mondo del credito in cui si segnala il disastro del Monte dei Paschi, vicenda in cui il Pci-Pds-Ds-Pd è stato, diciamo, il partito più informato sui fatti. Senza parlare di Banca Etruria, che resta oggettivamente un problema di famiglia. Gambizza l’unico che sotto sotto pensa pure di farci un governo assieme, cioè Berlusconi, bollandolo come Mister spread, per il quasi crac del 2011. Vicenda che non avrà l’odore di zolfo del complotto, ma la puzza di bruciato della trappola, quella di sicuro. Quanto a Boldrini e Grasso, beh, il tiro è ad alzo zero quando li paragona a Pivetti e Fini. Insomma, stiamo parlando di un leader al fronte, impegnato ogni giorno in un corpo a corpo con il nemico che tenta di conquistare la sua trincea. Un politico talmente di lotta da far quasi dimenticare il suo (discreto) transito al governo, da non concedersi neppure un giorno di pausa, altro che i due anni di Erasmus che Montezemolo auspicava nell’intervista al Qn. Bene, quest’uomo con l’elmetto e la mimetica, indefesso costruttore di sempre nuove ostilità politiche, è stato capace di annunciare a Repubblica, compagna di viaggio della mobilitazione antifascista, che considera finita «la sua fase zen», della riflessione, della meditazione. Straordinario. E pure significativo. Perché dà l’idea di come sarà il casa per casa di Renzi in campagna elettorale, dopo la no-stop ferroviaria degli ultimi mesi: una ulteriore, fisiologica, escalation di aggressività e spregiudicatezza. Con cui tutti dovranno fare i conti. E dopo le elezioni, probabilmente anche lui.