Venerdì 26 Aprile 2024

Il modello tedesco

FLÜCHTLING ist kein Beruf, essere un fuggiasco, non è un mestiere. Ieri lo dicevano i populisti, ora è il motto della Cassa artigiani di Berlino, che cerca di addestrare i nuovi venuti. Chi viene accolto si deve integrare e svolgere un lavoro al più presto. Alcuni si impegnano, altri si accontentano del Taschengeld, la paghetta in contanti oltre il vitto e l’alloggio, in media 149 euro un adulto, 92 euro un adolescente, 84 euro i bambini. Una ventina di miliardi all’anno, contando tutte spese. Si cerca di dare un alloggio, ma nelle città mancano, e si finisce in provincia. Una fortuna per gli albergatori che stanno per chiudere. E qualcuno ne abusa. Lo Stato garantisce gli affitti per chi mette case a disposizione, e risarcisce i danni nel caso di vandalismi.  L’integrazione è lunga. Del milione e 100mila arrivati tra la fine del 2015 e il ’16, oggi lavorano circa in 42mila. Pochi hanno l’esperienza per svolgere un lavoro sia pure semplice. Anche un addetto alla nettezza urbana deve usare un computer per manovrare le macchine complesse in dotazione. 

Bisogna imparare la lingua e un mestiere. Chi non frequenta i corsi, o non è diligente come apprendista (a un salario simbolico, all’inizio), si vede decurtato il Taschengeld. Nessun razzismo, è lo stesso metodo usato con i tedeschi che ricevono l’assistenza sociale. Si è aiutati, ma si è controllati, e non bisogna mancare agli appuntamenti, con l’ufficio collocamento, o con il tutore scelto per agevolare l´integrazione. In sintesi, vige l’antico principio luterano: abbiamo il dovere di aiutare chi ha bisogno. Ma l’aiuto va meritato.