Venerdì 26 Aprile 2024

Il pantano proporzionale

Roma, 10 dicembre 2016 Con la vittoria del No è caduta la possibilità di un’unica Camera che dia la fiducia con una legge che assicuri una maggioranza. Ora però non è detto che si debba per forza correre a precipizio sul pendio scivoloso della proporzionale fino ad arrivare all’estremo opposto. Se si scivola fino in fondo le consultazioni di questi giorni al Quirinale sarebbero uno scherzo rispetto a quello che ci aspetterebbe dopo il voto. C’è infatti un equivoco: non è vero che oggi un sistema proporzionale quasi puro ci riporterebbe alla cosiddetta Prima Repubblica. Quel contesto poggiava su ben precise fratture sociali e su un connesso sistema dei partiti ben consolidato: il sistema elettorale debole era inquadrato da un sistema forte dei partiti. Oggi, invece, le fratture sono di tipo diverso, gli elettori sono più mobili e i partiti ben più deboli. In questo contesto c’è bisogno di sbarramenti significativi: altrimenti nei prossimi mesi qualsiasi tensione nei partiti potrebbe facilmente tradursi in scissioni. Ma, ancora di più, c’è bisogno di qualche correzione in alto del sistema, con qualche forma di correttivo maggioritario (collegi o premi) che incentivi anche un voto di governo.

Un voto per il quale centrosinistra e centrodestra devono essere visti come alternativi. Se infatti si comincia a teorizzare sin da ora che la proporzionale pura è inevitabile e che l’unico esito possibile se non scontato nella prossima legislatura sarebbe un governo dal Pd fino a Forza Italia si finisce per provocare un bipolarismo di tipo nuovo tra sistema ed anti-sistema. Movimento 5 Stelle e Lega Nord potrebbero agevolmente denunciare questo scenario come il vecchio sistema che si difende (ancor più se la si tirasse in lungo fino al 2018) ed erodere consensi in modo significativo: la somma di M5S, Lega Nord e di altre forze minori potrebbe persino superare quella di Pd e Fi e paralizzare la formazione di qualsiasi governo. I cittadini devono trovarsi sulla scheda o candidati uninominali alternativi o liste che corrono in alternativa per il premio. Ovviamente, siccome la maggioranza non sarebbe garantita, l’ipotesi di una coalizione post-elettorale eterogenea non potrebbe essere esclusa a priori, ma un conto è che si verifichi come necessità e un altro teorizzarla dall’inizio come unica scelta disponibile. Almeno proviamoci.