Giovedì 25 Aprile 2024

Per cambiare sesso all'anagrafe non serve un'operazione. Roccella: "Eccovi l'era gender"

Accolto l'appello di una persona trans che, dopo essere stata autorizzata all'operazione, aveva rinunciato all'intervento, ma chideva comunque di cambiare sesso all'anagrafe

Una manifestazione in Portogallo: "sesso è diverso da genere" (Ansa)

Una manifestazione in Portogallo: "sesso è diverso da genere" (Ansa)

Roma, 20 luglio 2015 - Cambiare sesso anche senza chirurgia. In Italia si può, almeno all'anagrafe. La Cassazione ha stabilito che non è obbligatorio l'intervento di adeguamento degli organi sessuali per ottenere il cambio di sesso. La Suprema corte ha accolto il ricorso di Rete Lenford sul caso di una persona trans che, dopo essere stata autorizzata all'operazione, aveva poi rinunciato al''intervento, ma chiedeva comunque di cambiare sesso all'anagrafe.

PRIMA DUE 'NO'  - "Una sentenza storica", esulta Rete Lenford. In precedenza, sia il tribunale di Piacenza che la corte d'appello di Bologna, a cui la persona si era rivolta per ottenere la rettificazione dello stato civile in assenza dell'intervento chirurgico, avevano respinto la richiesta.

LA SENTENZA - Fino ad oggi la modificazione degli atti anagrafici, in tema, era subordinata all'esecuzione del trattamento chirurgico sui caratteri sessuali primari, cioè gli organi genitali. Nella sentenza, la Cassazione sostiene che "il desiderio di realizzare la coincidenza tra soma e psiche è, anche in mancanza dell'intervento di demolizione chirurgica, il risultato di un'elaborazione sofferta e personale della propria identità di genere realizzata con il sostegno di trattamenti medici e psicologici corrispondenti ai diversi profili di personalità e di condizione individuale. Il momento conclusivo non può che essere profondamente influenzato dalle caratteristiche individuali. Non può in conclusione che essere il frutto di un processo di autodeterminazione verso l'obiettivo del mutamento di sesso, realizzato mediante i trattamenti medici e psicologici necessari, ancorché da sottoporsi a rigoroso controllo giudiziario".

In pratica,non può essere soltanto l'intervento chirurgico a determinare il cambio di sesso di una persona: la ricorrente, infatti, aveva rinunciato alla demolizione e ricostruzione chirurgica dei suoi organi genitali proprio perchè, riferisce l'associazione, aveva raggiunto nel tempo un equilibrio psico-fisico e da 25 anni vive ed è socialmente riconosciuta come donna.  

CAUSTICA ROCCELLA - La sentenza della Cassazione "stabilisce la sempre crescente irrilevanza della differenza sessuale", afferma Eugenia Roccella, parlamentare di Area Popolare. "Essere maschio o femmina - continua - non è più un elemento fondante dell'identità personale: se mi 'sento' donna ho diritto a essere riconosciuta come tale, anche con organi sessuali maschili. Anzi, la sentenza intende tutelare la possibilità del ricorrente a mantenere la capacità procreativa, evitando l'operazione chirurgica. Quindi - sottolinea la parlamentare - la persona in questione può diventare padre, nel caso, però, percependosi come donna, ed essendo anagraficamente tale, sarebbe madre. Troppa confusione? Benvenuti nell'era del gender, quel gender - conclude Roccella - che tanti si affannano a negare esista".

IRONICO GIOVANARDI - "Non è chiaro se la sentenza della I Cassazione civile, che contrariamente a quanto dispone la legge 164 del 1982 ha stabilito che si può cambiare sesso anagraficamente anche a prescindere da intervenute modificazioni dei caratteri sessuali sia stata scritta dai magistrati o ispirata da Efe Bal. Recentemente infatti il transessuale turco più noto di Italia si vantava di sentirsi donna anche se sposata con una donna ma di andare fortissimo con gli uomini grazie ai suoi attributi virili messi in mostra da tutti i media. Ancora una volta non sono i giudici a risolvere i problemi secondo quanto prevede la legge ma forse sono i problemi di alcuni giudici a stracciare le leggi in vigore per imporre le loro stravaganti teorie", dice il senatore di Ap Carlo Giovanardi