Venerdì 26 Aprile 2024

Benji & Fede, i ventenni pigliatutto. Non solo pop, c'è un libro bestseller

"Vietato smettere di sognare" primo in classifica: "Basta crederci"

Benji e Fede: "Vietato smettere di sognare è primo in classifica" (Bettolini

Benji e Fede: "Vietato smettere di sognare è primo in classifica" (Bettolini

Modena, 12 aprile 2016 - «VEDIAMO trasformarsi i sogni in progetti, la delusione in speranza, la paura in energia per ripartire». Queste parole non sono formule di rito, e “Vietato smettere di sognare” (Rizzoli, euro 15,90) non è un libro patinato per ragazzine. Ci sono i successi, l’amicizia e la spensieratezza, certo; ma anche la lontananza, le difficoltà e perfino la malattia. Uscito una settimana fa, “Vietato smettere di sognare” è entrato da ieri direttamente al numero uno della classifica libri generale, lasciando al secondo posto Anna Todd, l’autrice di “After”, uno dei best seller dell’anno. Bisognerebbe fare i complimenti al romanziere, se non fosse che quella di Benji & Fede – il duo pop dei ventenni modenesi Benjamin Mascolo e Federico Rossi, che con oltre mezzo milione di fan su Facebook hanno conquistato un’intera generazione di teenager – è una storia tutta vera. 

Benji & Fede, non è presto per scrivere un libro? E i fan non sanno già tutto di voi tramite internet? «Subito ci era stato proposto un libro fotografico, però – anche se siamo solo all’inizio e quindi non è tempo di celebrazioni! – ci sembra di aver passato, in cinque anni, abbastanza alti e bassi da poterli raccontare. E per certe cose, che forse neanche i nostri genitori conoscono, un semplice post non basta. Ovvio, non siamo degli scrittori. Ma abbiamo cercato di fare del nostro meglio per lanciare un messaggio positivo ai giovani come noi». 

Che con la determinazione, cioè, si può avere successo, pure in Italia.  «Siamo stati molto fortunati, anche ad avere famiglie sempre dalla nostra parte – specie il papà di Fede, che oggi purtroppo non c’è più. Ma sì, bisogna credere in se stessi, costruire i propri sogni pezzo dopo pezzo, e ricordare che spesso le cose facili non durano».

Quanto sono importanti, per un cantante, i social network? «Prima ancora che musicisti, siamo persone; quindi occorre coniugare arte e carattere. Non siamo nati in un talent, ma grazie a internet: sia noi sia la nostra mascotte, Mucchino, dobbiamo mantenere un contatto diretto con chi ci segue. E se qualche volta non otteniamo il successo che speravamo, sappiamo di dover migliorare». 

A Sanremo avete cantato con Alessio Bernabei nella serata delle cover.  «La più grande emozione della nostra vita! È stato lui a chiederci di accompagnarlo in “A mano a mano”. E, alle prove, Morgan ci disse: “Ragazzi, avete proprio spaccato!”». 

Avete spaccato anche l’etichetta del Festival…  «Per stemperare un po’ la tensione, abbiamo acceso il telefonino e trasmesso in diretta tutto quello che succedeva dietro le quinte. Non solo: finito il brano, siamo stati i primi a scattare un selfie con Carlo Conti». 

Intanto, il vostro album d’esordio, “20:05” (uscito in ottobre per Warner), diventava disco di platino.  «Anche se poi dovesse andarci tutto male, rimarrà sempre per noi una tale soddisfazione! Abbiamo pure cominciato i primi concerti live con la nostra band di amici (Davide, Fra e Ricky): non eravamo abituati a cantare per un’ora e mezza, ma è stato un successo!».

E adesso quali progetti avete? «Dopo il tour nei negozi di tutta Italia per firmare le copie del libro e scattare foto con i fan, l’obiettivo sarebbe uscire con un singolo prima dell’estate e con un nuovo album entro fine anno. Vietato smettere di sognare!».