Giovedì 25 Aprile 2024

Sollima torna con Suburra e mostra gli intrecci tra politica e criminalità a Roma

Il film parla di una speculazione edilizia, mostrando gli intrecci tra criminalità e politica nella capitale, tratto dal libro omonimo di Cataldo Bonini che sembra anticipare 'Mafia capitale'. Il regista: "E' un western metropolitano"

Una foto di scena del film 'Suburra' di Stefano Sollima. (Ansa)

Una foto di scena del film 'Suburra' di Stefano Sollima. (Ansa)

Roma, 9 ottobre 2015 - Stefano Sollima torna al cinema con "Suburra", un film sugli intrecci tra criminalità e politica a Roma. Dopo A.C.A.B. e il successo internazionale di "Gomorra - La Serie",  la nuova pellicola prende spunto dal libro omonimo di Cataldo Bonini. Il regista spiega di essere rimasto colpito da... "La coesistenza di mondi apparentemente e totalmente diversi tra di loro e di quanto invece questi siano molto più vicini e abbiano connivenze insospettabili. Abbiamo fatto un lavoro di sintesi". 

La pellicola racconta la storia di una grande speculazione edilizia, il "Water-front", che trasformerà il litorale romano in una nuova Las Vegas. Per realizzarla servirà l'appoggio di Filippo Malgradi, alias il politico corrotto Pierfrancesco Favino. "E' importante nel cinema italiano fare film belli. Il cinema italiano deve fare bei film, riconquistare la fiducia del pubblico con dei bei film di qualsiasi genere e qualsiasi storia", ha detto l'attore. 

Tra i criminali conniventi c'è il "Numero 8", capo di una potentissima famiglia che gestisce il territorio (Alessandro Borghi), e il Samurai, che ha il volto di Claudio Amendola, il più temuto rappresentante della criminalità romana e ultimo componente della Banda della Magliana. Ma a generare un inarrestabile effetto domino capace di inceppare definitivamente questo meccanismo saranno, in realtà, dei personaggi che vivono ai margini dei giochi di potere come Elio Germano, un pr viscido e senza scrupoli: "Se torniamo a fare un cinema spontaneo proprio nella sincerità di comunicazione con il pubblico, non di volerlo incastrare per comprare qualcosa, allora non c'è genere che tenga. C'è il cinema, la comunicazione, c'è qualcosa che avviene tra lo spettatore e lo schermo o qualcosa che non avviene", ha affermato Germano. 

Suburra è film di genere, un "western metropolitano" dice il regista, tra intrattenimento e spunti di riflessione: "Il genere è come la favola, riesci a raccontare non tanto un fatto, quanto i meccanismi che ti portano al fatto, rendendolo un racconto che puoi applicare in tempi e luoghi diversi. Non è costretto dalla contemporaneità, è moderno però", ha concluso Sollima.