Mercoledì 24 Aprile 2024

Processo Scazzi, Cosima: "Non c'entriamo nulla". Durissima la sorella: "Deve dire la verità"

Le dichiarazioni spontanee di Cosima Serrano, zia della vittima, condannata in primo grado all'ergastolo per omicidio e sequestro di persona insieme alla figlia Sabrina Misseri

Un poster con la foto di Sarah Scazzi fuori dal tribunale di Taranto (Ansa)

Un poster con la foto di Sarah Scazzi fuori dal tribunale di Taranto (Ansa)

Taranto, 27 febbraio 2015 - Al processo d'appello per l'omicidio di Sarah Scazzi, la quindicenne strangolata ad Avetrana il 26 agosto del 2010, per la prima volta dal suo arresto, a maggio 2011, parla Cosima Serrano, zia della vittima, condannata in primo grado all'ergastolo per omicidio e sequestro di persona insieme alla figlia Sabrina Misseri. E cerca - senza riuscirci - di convincere la sorella, madre di Sarah, della sua innocenza Poco prima dell'inizio dell'udienza, parlando con alcuni giornalisti, uno dei difensori di Sabrina Misseri, l'avvocato Nicola Marseglia, ha dichiarato che probabilmente anche la sua assistita farà dichiarazioni spontanee in aula. 

IL RACCONTO - "Si è parlato tanto di invidia, gelosia, ma non ho mai sentito che tipo di gelosia, invidia, di quale rancore? Ci siamo sempre aiutati l'un l'altro tra genitori e sorelle, quando Concetta ha avuto bisogno di me sono stata sempre presente, sempre a disposizione, non me lo facevo ripetere due volte", ha detto Cosima Serrano. E ancora, rivangando tra le dicerie di paese: "Alcuni amici di Sarah le dicevano che il padre era un delinquente. Noi mai detto questo, lo può dire anche Claudio (fratello di Sarah, ndr)", ha detto tra le lacrime e singhiozzando Cosima.

Quanto al delitto, Cosima ricostruisce: "Dopo la scomparsa di Sarah ho pensato avesse avuto un incidente". Il 26 agosto 2010, quando Sarah scomparve, "ho detto 'magari è successo qualcosa in strada, forse l'hanno investita e portata in ospedale', e ho chiamato mia sorella dicendole di chiamare in ospedale", ha continuato Cosima.

Alla fine, l'appello: "Capisco mia sorella, forse al suo posto avrei detto di peggio, ma in cuor suo sa che non c'entriamo nulla", dice Cosima. 

LA MADRE DI SARAH - "Cosima deve prendere la sua responsabilità e raccontare la verità. Siamo sempre allo stesso punto, non ha fatto altro che ripetere quello che ha detto prima", dice Concetta Serrano, sorella di Cosima, uscendo dall'aula dove si è svolta l'udienza del processo.

LE INTERCETTAZIONI - In una, intercettata nella notte fra il 6 ed il 7 ottobre 2010, Sabrina parla con l'avvocato Walter Biscotti proprio mentre si diffondeva la notizia che gli investigatori erano alla ricerca del corpo di Sarah e che Michele Misseri aveva confessato. Nella seconda telefonata, registrata tre ore dopo, Sabrina parla col padre che ha appena rivelato ai carabinieri il luogo dove ha nascosto il corpo della nipote, accusandosi del delitto.  "Però papà perché lo hai fatto? Io non me lo so spiegare! Tu non hai fatto mai niente di male, perché quel momento? Che ti è successo?". "Non lo so!", risponde lui, "Poi parliamo!" replica la figlia.

Nella terza telefonata, infine, alle 11 del mattino del 7 ottobre, quando ormai è assodato che Michele Misseri ha confessato, proclamandosi responsabile del delitto e facendo ritrovare il corpo, Sabrina chiama lo zio Carmine, fratello del padre, e lo convoca a casa chiedendogli di portare con sé l'agenda delle giornate di lavoro in campagna, senza fare alcun riferimento all'arresto del padre.