Giovedì 25 Aprile 2024

Incendio minaccia rifugio a Peschici. "Serve una Protezione civile animale"

Cinquanta cani hanno rischiato grosso e il trasferimento degli animali è stato fermato da lungaggini decisionali. Alla fine sono stati liberati e poi, passato il pericolo, sono tutti tornati

Il rifugio minacciato dalle fiamme

Il rifugio minacciato dalle fiamme

Foggia, 25 luglio 2017 - A dieci anni esatti dal terribile incendio che aveva già distrutto vaste aree della località garganica, le fiamme sono tornate a seminare terrore e devastazione a Peschici e nelle zone limitrofe. Anche in questo caso ci sono pochi dubbi sulla natura dolosa di questa ennesima tragedia ai danni della natura. Oltre a ridurre in cenere ettari di area protetta, questa volta i roghi hanno messo a rischio un canile che ospita circa 50 cani.  Francesca Toto, delegata LNDC per la provincia di Foggia nonché volontaria di Protezione Civile, racconta quei drammatici momenti: “Le fiamme erano ovunque e abbiamo avuto davvero paura per gli animali custoditi nel canile. La cosa positiva è stata vedere come il mondo del volontariato si è mosso per prestare soccorso. Nel giro di mezz’ora avevamo a disposizione i mezzi per spostare i cani e, grazie al coordinamento provinciale che racchiude varie associazioni nazionali e locali, avevamo trovato le strutture pronte ad accogliere questi cani.”

Purtroppo però qualcuno non ha dato l’autorizzazione a spostare gli animali nell’immediato, considerando il pericolo ormai passato, e i mezzi sono stati mandati via. In seguito il vento è cambiato e il fuoco è tornato a lambire il canile e a quel punto l’unica soluzione è stata aprire i recinti e lasciare che i cani scappassero. Una decisione che ha messo a serio rischio la vita degli animali e che poteva essere evitata, scegliendo l’evacuazione preventiva in sicurezza come suggerito dalle associazioni di volontariato. Così riferisce una nota LNDC. Fortunatamente i cani sono rimasti tutti illesi e hanno fatto ritorno al canile una volta passato l’incendio. LNDC comunque cercherà di fare chiarezza e individuare le responsabilità di chi non ha autorizzato l’evacuazione preventiva della struttura.

La Presidente di LNDC Piera Rosati, rimasta fino a tarda sera in contatto telefonico con la volontaria presente sul posto per avere aggiornamenti e monitorare la situazione, dichiara: “Questi avvenimenti mostrano sempre più la necessità di istituire un corpo di Protezione Civile Animale che possa intervenire in maniera efficiente in queste calamità. Ad oggi mancano piani di evacuazione e una progettualità per le strutture di ricovero di animali minacciate da terremoti, alluvioni e incendi e tutto ricade sempre sulle spalle delle associazioni di volontariato presenti sul posto. Questi atti criminali rappresentano un pericolo per tutti. Causano danni incalcolabili alla biodiversità, all’ambiente e agli animali. Lo Stato deve impegnarsi di più per monitorare le aree più a rischio e assicurare pene concrete per chi si macchia di questi gesti atroci”. 

Nei giorni scorsi LNDC, insieme con altre Associazioni, ha partecipato al primo incontro che si è tenuto a Roma con la Protezione Civile per discutere proprio di un corpo dedicato agli animali con l’auspicio che si lavori in fretta affinché anche le creature non umane possano avere le tutele che meritano dalle istituzioni preposte alla gestione di queste catastrofi.  Per contatti con la nostra redazione: [email protected]