Mercoledì 24 Aprile 2024

Morte dell'orso M6: "Esistono anche responsabilità istituzionali"

L'Ente protezione animali attacca duramente e ripercorre tutte le tappe della difficile convivenza in Trentino tra animali e umani. Il precedente di Daniza

L'orsa Daniza con i cuccioli in una foto Ansa

L'orsa Daniza con i cuccioli in una foto Ansa

Roma, 3 aprile 2015 – «La triste, orribile morte di M6, che sembra essere causata dall'ingestione di esche avvelenate, è un fatto gravissimo per il quale è necessario accertare, con estrema urgenza, tutte le responsabilità. In particolare chiediamo venga fatta chiarezza sul ruolo svolto dai residenti: com'è possibile che, ogni qualvolta si verificano fatti del genere, gli abitanti del posto, soprattutto coloro i quali appartengono a ben individuate categorie, siano sempre all'oscuro di quanto accade sul loro territorio? A nostro avviso, chi ha confezionato e posizionato le “esche killer” non era un estraneo ma un frequentatore di quei luoghi, che molto probabilmente conosceva gli spostamenti di M6».

Questa la sfida lanciata dalla Protezione Animali per combattere il velo di omertà, se non di aperta complicità, dietro cui si spesso nascondono gli uccisori di animali. Attenzione però: per gli orsi, come per gli altri selvatici, il pericolo non deriva solo dal veleno ma anche dal bracconaggio; ed è per questo che l'Enpa sollecita, come misura di prevenzione di ulteriori atti criminali, il ritiro delle licenze di caccia.

«Continuiamo ad assistere alla morte degli orsi, che, è opportuno ricordarlo, sono animali particolarmente protetti dalla legge 157/92 e, al pari degli altri selvatici, patrimonio indisponibile dello Stato e quindi di tutti i cittadini italiani; animali che, ciononostante vengono uccisi nella totale impunità. Questo non è più accettabile – prosegue l'Enpa - e le responsabilità sono anche istituzionali: sfruttando ed incitando la popolazione a colpi di interrogazioni regionali in cui si prefigura a possibilità di uccidere i plantigradi, molti politici hanno condotto campagne emergenziali con l'obiettivo di creare un falso allarme sociale mentre avrebbero dovuto lavorare insieme agli agricoltori per risolvere, attraverso ben noti sistemi “cruelty free”, i problemi di convivenza con gli orsi».

Secondo la Protezione Animali, tra i responsabili di questo clima di ostilità e intolleranza nei confronti degli contro gli orsi ci sono anche i vertici provinciali; quelle stesse persone che, continuano a ricoprire i medesimi ruoli amministrativi nonostante la parte avuta nella morte di Daniza. Evidentemente c'è qualcosa che non funziona nella gestione degli orsi, e quest'ultimo episodio dimostra quanto siano inadeguati il monitoraggio e sorveglianza del territorio, nonché la conoscenza degli animali.

«Attaccare le associazioni animaliste – conclude l'Enpa - colpevoli secondo l'assessore di creare polemiche sul “caso Daniza”, dimostra soltanto l'inadeguatezza e l'incompetenza dei dirigenti, a cui forse è sfuggito che il caso di mamma orsa ha mobilitato milioni di cittadini italiani e stranieri, che hanno sottolineato il pressappochismo e la superficialità con cui è stata condotta una inutile operazione di cattura, non giustificata dal punto di vista scientifico. Cittadini in gran parte non animalisti, ma fortemente indignati, che sicuramente in occasione prossime elezioni si ricorderanno di quanto accaduto, facendo sentire la propria voce». Per contatti con la nostra redazione: [email protected]