Mercoledì 24 Aprile 2024

Daniza, la cucciola monitorata ha perso l'apparecchio. "I piccoli stanno bene"

Trento fa sapere che gli animali rimasti senza madre hanno buone possibilità di sopravvivere anche dopo l'inverno. Un tavolo tecnico in città con gli esperti di Austria, Slovenia, Norvegia, Croazia e Spagna

Daniza con i cuccioli in una foto Ansa

Daniza con i cuccioli in una foto Ansa

Trento, 31 ottobre 2014  - I due cuccioli dell'orsa Daniza, morta l'11 settembre scorso durante un tentativo di cattura, "stanno bene e hanno buone possibilità di sopravvivere anche dopo l'inverno". Lo hanno dichiarato gli esperti nazionali e internazionali che hanno partecipato a Trento al tavolo tecnico organizzato dalla provincia: oltre ai rappresentanti del Parco Naturale Adamello Brenta, hanno partecipato i tecnici di Ispra, ministero dell'Ambiente, Corpo forestale dello stato, più cinque esperti provenienti da Austria, Slovenia, Norvegia, Croazia e Spagna.

Durante il tavolo sono state approvate le Linee guida per la gestione dei casi futuri cuccioli di cuccioli di orso senza madre.  Nel documento si raccomanda di evitare il contatto tra orsetti e uomo, di ridurre al minimo indispensabile il ricorso al sostentamento alimentare artificiale e di procedere al monitoraggio attraverso tutti i sistemi disponibili. Si fanno inoltre delle ipotesi di scenario per cercare di prevedere le azioni più idonee da seguire a seconda del comportamento adottato dai cuccioli: dal caso in cui gli orsetti non cerchino l'interazione con l'uomo, all'eventualità in cui ci siano tentativi di contatto o rischi di deperimento avanzato che ne mettano a repentaglio la sopravvivenza.  

Durante l'incontro, gli uomini del Corpo Forestale della Provincia di Trento hanno anche annunciato che la cucciola di Daniza che era monitorata con marca auricolare VHF ha perso l'apparecchio la sera di due giorni fa. Gli esperti hanno confermato che l'evento non è infrequente e non pregiudica la possibilità di seguire gli spostamenti dell'esemplare.  "È stato quindi deciso - ha spiegato l'assessore provinciale all'Agricoltura, Michele Dallapiccola - di non procedere a una cattura della cucciola che sarebbe risultata inutilmente invasiva. Il monitoraggio proseguirà pertanto con le altre tecniche disponibili (osservazione, foto trappole e identificazione genetica) almeno fino alla fine dell'inverno".  

Al centro dell'incontro tra i tecnici c'era il progetto europeo Life Ursus, che ha permesso di ripopolare le Alpi con il rilascio di 9 orsi bruni provenienti dalla Slovenia tra 1999 e 2002, e che ha portato all'attuale popolazione di 40-60 esemplari, non solo in Trentino ma anche nelle aree circostanti. Un progetto "di successo - come lo ha definito Fernando Ballesteros della Fundacion Oso Pardo - in cui molte cose buone sono state fatte, soprattutto sul versante della comunicazione, ma molto resta ancora da fare in futuro. I prossimi progetti devono essere dedicati alla convivenza tra uomo e  animale".  Il messaggio che arriva anche dagli esperti internazionali è che istituzioni ed enti coinvolti sul territorio devono unire le forze per ottenere il massimo dei risultati.  Per contatti con la nostra redazione: [email protected]