Mercoledì 24 Aprile 2024

Anatomia del campione

PIÙ TURBOCINNO che Peter Pan. Stefano Benni, dodici anni fa, provò a raccontare perché Valentino Rossi era il più forte di tutti. E se ne uscì così: "Ha il cromosoma del Turbocinno".  Il Turbocinno, spiegava Benni, è un ragazzo dai sei ai sedici anni che passa il 90% del suo tempo su un motorino, ci "pistola" sopra, ossia lo trucca e con quel motorino riesce a infilarsi da ogni parte. Dove tutti gli altri non riescono, nemmeno a piedi. Ecco spiegato perché da quasi vent’anni (la prima volta era nel 1996) vince (quasi) sempre lui, perché conosce il mezzo, la sua moto, meglio di qualsiasi altro. Non c’è evoluzione tecnica che tenga. Ma il rischio ora che si ritrova a 36 anni a guidare la classifica della Motogp, è che in un impeto di retorica si finisca con l’affibbiargli la 'sindrome di Peter Pan', quella dell’eterno ragazzino. Proprio perché, da un punto di vista anagrafico, la vecchiaia sportiva per lui non sembra mai arrivare. Ma non gli si renderebbe onore, perché Valentino non è più un ragazzino da tempo. È caduto, anche rovinosamente, e si è rialzato. Ha sbattuto forte la faccia contro la realtà, conoscendo il lato amaro della sconfitta dopo aver vinto tutto e quello straziante del dolore, quando ha visto morire in pista il suo amico Marco Simoncelli. Ha resistito e ricominciato.   FAMA, GLORIA: poteva spegnersi tutto in un istante. Ma non è successo, perché quando uno ha il cromosoma del Turbocinno, gli basta "perfezionare" la moto e rimettersi in pista, proprio perché è quella la sua vita.  A 36 anni ha reagito a tutto questo come solo i campioni sanno fare. Come solo lui sa fare, sfidando la gravità, infilandosi con quel bolide da un quintale e mezzo, a trecento all’ora, dove gli altri non riescono a infilarsi. E non è facile, perché non è solo una questione di prestazioni fisiche e di vista, di occhio lungo.  C’è dell’altro. Perché sì, poi alla fine della fiera, conteranno pure la velocità, l’elettronica e la tecnologia, ma veramente decisivo è il talento. E se al talento aggiungi la capacità di vedere cosa che altri non vedono, o non riescono nemmeno a immaginarsi in pista e tu li hai già sorpassati;non sei sul remake di 'Blade runner' ma sei semplicemente Valentino Rossi.