
Elon Musk (Ansa)
Roma, 10 marzo 2025 – Non sono ancora risolti i problemi di X. Da stamani la piattaforma social di Elon Musk, che consente di pubblicare e condividere brevi messaggi ,funziona a singhiozzo. E’ proprio Musk in serata a svelarne in motivi. Contro il vecchio Twitter “è in corso un massiccio attacco hacker”. Non è naturalmente la prima volta che X finisce nel mirino dei pirati informatici. “Veniamo attaccati ogni giorno – ammette il patron di Tesla e Starlink – ma questo è stato fatto con molte risorse. O è coinvolto un grande gruppo e o un paese". Più tardi punta il dito contro gli ucraini: “Gli indirizzi IP provengono dall'area dell'Ucraina”, ha detto in un’intervista a Fox Business.
Dark Storm Team rivendica l’attacco
Secondo Newsweek, è stato il gruppo di hacker Dark Storm Team a rivendicare la responsabilità di un attacco DDoS che blocca gli accessi alla piattaforma. Dark Storm Team è noto per le sue sofisticate azioni di guerra informatica e per gli attacchi hacker a sistemi ad alta sicurezza. Secondo Orange Cyberdefense, il gruppo è stato formato nel 2023 e ha un focus filo-palestinese. Il mese scorso ha promesso in un post di scatenare un'ondata di attacchi informatici sui siti web governativi dei paesi della Nato, di Israele e delle nazioni che sostengono Israele.
Nel post di rivendicazione, su Telegram, Dark Storm Team ha elencato i Paesi colpiti. Oltre all'Italia, figurano Israele, Germania, Francia, ma anche l'Iran.
Il down
Le prime avvisaglie di un down sono arrivate dopo le 10 di questa mattina. Qualche ora più tardi il funzionamento dell’ex Twitter sembrava tornato regolare. Ma nel pomeriggio il sito Downdetector è tornato a raccogliere migliaia di segnalazioni di disservizio: il secondo picco si registra in corrispondenza delle 15, il terzo alle 16.30. Il primo e il secondo episodio di down sono durati entrambi circa un’ora. Ma non basta a prevedere quanto durerà il terzo, ancora in corso, e se ce ne sarà un quarto.

I problemi non interessano solo l’Italia ma tutto il mondo e riguardano sia l’accesso da desktop che da app su mobile. Gli utenti hanno difficoltà a pubblicare contenuti e persino ad entrare nella piattaforma.