Sabato 27 Aprile 2024

Tecnologie umane. "La macchina sia al servizio della persona"

I risultati dell’indagine presentata ai Patients’ Digital Health Awards di Fondazione MSD

Presentazione dei Patients'Digital Health Awards 2019 di Fondazione MSD (Roma, Ara Pacis)

Presentazione dei Patients'Digital Health Awards 2019 di Fondazione MSD (Roma, Ara Pacis)

Roma, 19 ottobre 2019 – Le tecnologie digitali sono pensate per migliorare la qualità della nostra vita. Ma le tecnologie, per potersi definire umane, devono essere facili da apprendere, pronte a rispondere a un bisogno reale. Quindi è la macchina a doversi adeguare alle persone, non viceversa. “Che cosa rende umana la tecnologia?”, Questa la domanda chiave intorno alla quale ruota l'indagine che ha accompagnato le fasi salienti del Premio Patients’ Digital Health Awards (PDHA19) di Fondazione MSD, evento introdotto da Massimo Cerofolini di RadioRai a Roma presso l'Ara Pacis. La survey ha coinvolto 43 associazioni, una platea di 925  intervistati, il 75% donne e 25% uomini, con una età compresa tra i 18 e 75 anni, sondaggio incentrato sui temi dell'umanesimo digitale e tecnologico. Sono cinque le conclusioni. Vediamo punto per punto.

#1 Le tecnologie digitali migliorano la vita delle persone. Pochi dubbi per gli intervistati: negli ultimi 10 anni le tecnologie digitali hanno migliorato la vita delle persone (“molto” per il 40%; “abbastanza” per il 52%), e lo faranno ancora di più nei prossimi 10 anni: quando provano ad immaginare quanto il digitale impatterà positivamente sulle vite, il 46% sostiene “molto” e il 44% risponde “abbastanza”. Quando invece si esprimono su quanto la tecnologia abbia migliorato la loro vita quotidiana, come singole persone, il 54% sostiene “molto” e solo il 2% risponde “per niente”.

#2 Una tecnologia è umana se risponde ad un bisogno ed è facile. Una tecnologia è umana soprattutto se risponde ad un bisogno reale delle persone (69%) e se è facile da utilizzare (61%); seguono, poi, la validità scientifica (49%), l’accessibilità (39%) e infine il rispetto delle regole della privacy (28%).

#3 L’intelligenza artificiale è al servizio dell’intelligenza relazionale. In tutti gli ambiti di applicazione, le tecnologie negli ultimi anni hanno fatto progressi fino a poco tempo fa impensabili. Nell’assistenza sanitaria, in particolare, l’intelligenza artificiale rappresenta “una possibilità affascinante” (49%), “una opportunità di liberare tempo e risorse per la relazione medico-paziente” (44%), un modo per “ridurre gli errori umani” (30%), mentre solo per il 6% è una “possibilità pericolosa”.

#4 Il fake è in “noi” e non nelle tecnologie. Per il 42% degli intervistati le fake news sono sempre esistite ma oggi assumono una rilevanza maggiore per la velocità con cui riescono a diffondersi. Tuttavia, per il 38% non sono le tecnologie ad essere responsabili ma gli utenti che hanno il potere di agire criticamente.

#5 Un entusiasmo critico per il nostro futuro tecnologico. Il 45% degli intervistati pensa ci sia bisogno di più educazione digitale e di una maggiore consapevolezza nell’utilizzo delle tecnologie digitali. Il 41% pensa che dovremmo focalizzarci sulle nuove opportunità che la tecnologia offre nel risolvere i problemi e migliorare la vita delle persone.

Esempio unico nel suo genere, in Italia e in Europa, il Patients' Digital Health Awards, giunto al secondo anno con l'edizione 2019  - ha coinvolto 43 Associazioni di Pazienti, in collaborazione con la Digital Health Academy e il contributo incondizionato di Fondazione MSD - per fare premiare le innovazioni che migliorano la qualità di vita. Sul sito www.pdha.it tutte le info sulla manifestazione.