Giovedì 25 Aprile 2024

Zielinski positivo, la A teme un altro Genoa

Oggi altro giro di tamponi al Napoli prima della partenza per il big-match di domani sera a Torino. Il rischio di un focolaio nascosto

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di Paolo Franci

La Grande Paura che ha colpito il pallone attraversa l’Italia partendo da Genova e scendendo fino a Napoli. E chiaro ed evidente a tutti: dopo il caso Genoa si sono sgretolate le certezze. E l’ottimismo che aveva accompagnato la ripresa dello scorso torneo, s’è trasformato in una trincea nella quale tenere la testa bassa è l’unica opzione. Fa impressione il ritmo implacabile con il quale il maledetto virus sta dilagando nel ritiro del Genoa. Prima Perin. Poi Schone. Poi 14 positivi in un colpo solo e, ancora, Behrami, Destro e, ieri, altri tre casi per 19 totali. A risultare positivi due calciatori, Brlek e Zajc e il collaboratore tecnico Bressan.

Se nel Paese si sta alzando l’asticella dell’attenzione, con le mascherine che diventano obbligatorie nelle città più colpite, difficile immaginare che il calcio possa autoproteggersi a rischio zero. E quel che più fa paura, è l’incedere del virus che dribbla i tamponi e sbuca fuori quando la speranza di averla scampata è a un passo dal diventare realtà.

E’ quel che succede a Napoli, dove preparare la partita con la Juventus era già stato difficile negli ultimi giorni, quando ‘l’effetto Genoa’ aveva travolto giocatori e staff, preoccupati non solo per la loro salute, ma anche per i familiari e le persone con le quali sono venuti a contatto. Il primo giro di tamponi però, aveva detto che tutto era ok. Ma si sapeva che il secondo _ quello effettuato giovedì i cui risultati sono arrivati ieri _ sarebbe stato quello decisivo. E il responso è stato un’autentica mazzata: Zielinski positivo e con lui un collaboratore non del gruppo squadra, Giandomenico Costi. I più pessimisti ricordano come è iniziata a Genova. Prima Perin, poi Schone fino al focolaio che non si ferma più. E certo il professor Giuseppe Portella, responsabile del protocollo tamponi del Napoli, non ha contribuito all’ottimismo. Dice, Portella, che racconta anche di intoppi nello screening anti-Covid: "Le probabilità che ci siano altri infetti sono elevate perchè nei focolai di norma c’e’ un primo positivo e poi ne arrivano altri. Nel calcio accade la stessa cosa. E in un gruppo ristretto è improbabile _ prosegue il medico del Napoli - che la positività al virus resti isolata. L’abbiamo visto col Genoa e credo che accadrà anche in altri casi. Il fattore preoccupazione riguarda il fatto che sono stati tutti a contatto con degli infetti. Ma questi sono i protocolli, quindi gli allenamenti sono andati avanti".

E se con il Napoli si ripetesse con la Juve quel che è accaduto alla squadra di Gattuso con il Genoa? Se stavolta fossero i giocatori azzurri ad essere veicolo involontario di contagio? Oggi il Napoli effettuerà nuovi test prima di partire verso Torino, ma proprio la storia del club ligure insegna come il maledetto virus sappia nascondersi bene, se il tampone non viene effettuato con i tempi giusti o, semplicemente, se i tempi non sono maturi. A entrare a piedi uniti sui protocolli del pallone, è il direttore della clinica malattie infettive del San Martino di Genova Matteo Bassetti: "Se c’era bisogno della conferma, eccola qui: fare tamponi nel momento sbagliato può creare un focolaio. Ecco la prova certa. Domenica mattina il Genoa ha tamponi negativi, ma gioca secondo protocollo la partita col Napoli con qualcuno che era già positivo nonostante la negatività al test. Ora arriva notizia che alcuni tesserati del Napoli sono positivi. L’ho detto e lo ripeto: non c’è alternativa alla quarantena in caso di contatti con un positivo". E non solo, Bassetti estrae il cartellino rosso per certi atteggiamenti: "Sarebbe inoltre da evitare l’eseguire tamponi come screening di massa e dire a chi li fa: sei negativo stai tranquillo. Stiamo imparando, ma solo se si vuole imparare... ".