Giovedì 25 Aprile 2024

Xenia, Anna, Veronica: tris d’assi

La Palazzo d’argento nel nuoto, Barbaro seconda nel triathlon dove la Plebani conquista il bronzo

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Prima dell’oro di Bebe Vio nel fioretto, la giornata azzurra delle Paralimpiadi era già memorabile per le altre quattro medaglie arrivate dal triathlon e dal nuoto, che si conferma la vasca dell’oro per il nostro sport.

In acqua, l’ultima a brindare è stata Xenia Palazzo che ha conquistato l’argento nei 200 misti. 23 anni, siciliana di Palermo trapiantata a Verona, è arrivata dietro l’americana Jessica Long che molti conosceranno come protagonista di uno spot di un’auto giapponese.

Vittima di una emorragia cerebrale, portata in acqua a tre mesi dalla madre per fare terapia come è capitato a molti campioni di questi Giochi, Xenia è alla seconda Paralimpiade. Diplomata all’Istituto Marco Polo di Verona, sogna di diventare una maestra. "Non nascondo che non ce la facevo più mentre nuotavo a rana, ma ho dato tutto il mio cuore per finire davanti e ora sono sul podio accanto a una grandissima Jessica Long è bellissimo. Non trovo altre parole, sono emozionata. Sono 23 anni e 4 mesi di lavoro che ripagano tantissimo la mia famiglia e tutti quelli che mi aiutano", ha detto.

Un bronzo si è messo al collo, dopo l’oro dei giorni scorsi, Stefano Raimondi nei 100 stile libero: "E sono contentissimo di questa medaglia, per pochi centesimi potevo salire sul secondo gradino del podio ma mi accontento, va bene così. Sono molto fiducioso per la staffetta".

Le altre due medaglie sono arrivate dal triathlon: argento per Anna Barbaro, con Charlotte Bonin come guida, bronzo per la venticinquenne bresciana Veronica Yoko Plebani, che ha raccontato alla fine: "Sono troppo contenta, è stata una gara durissima: un nuoto fortissimo, ho sofferto un po’ in bicicletta per la prima frazione davvero dura, ma alla fine ho preso questo bronzo sudatissimo: è la mia terza paralimpiade e ho centrato il terzo posto nella triplice disciplina. Sono davvero orgogliosa".

Anna Barbaro invece è calabrese di Porto Salvo, ha 36 anni ed era al debutto in una Paralimpiade. "Lo sport mi ha aiutato a riprendere in mano la mia vita quando ho perso la vista – ha detto, spiegando di aver scelto il triathlon "perché è una disciplina che si svolge all’aperto. La persona più importante è stata mio papà, è lui che per la prima volta mi ha tolto dalla poltrona e mi ha portato in una piscina. Giuseppe Laface è stato il primo allenatore che ha creduto in me. Del triathlon amo il senso di libertà che mi dà".

I suoi idoli sono Pietro Mennea e Gino Bartali, ma anche "la mia guida Charlotte Bonin e Zlatan Ibrahimovic". Ascolta i Queen e Fabrizio De Andrè.