di Paolo Grilli Massimiliano Allegri ricorda che il mondo ha problemi più pressanti e drammatici di quello dell’accoglienza che il Franchi riserverà stasera a Dusan Vlahovic, ed è impossibile dargli torto. Anche perché, poi, non è affatto scontato che l’ex viola, già issatosi con merito sul trono del salvatore dei bianconeri, compaia nell’undici titolare della Signora contro la Fiorentina. Il serbo ha giocato tutte e sei le partite che la Juve ha affrontato dal suo approdo a Torino, venendo risparmiato solo nel quarto d’ora finale nel derby: forse l’unica partita che l’abbia visto in ombra nella sua nuova avventura, sin qui abbagliante. E anche un supereroe può dover rifiatare, in questo calcio asfittico. Il caso Dusan rischia di eclissare il fascino di una sfida che ha molto di classico, anche al di là dei toni molto accesi che l’hanno spesso caratterizzata. Dal club viola, ma anche dal sindaco Dario Nardella, arriva il salutare appello a considerare questa andata di semifinale di Coppa Italia per quella che è, un nuovo capitolo di un gioco meraviglioso e infinito. Solo stasera sapremo se coscienza e civiltà saranno vincitrici sulla sempre insidiosa impellenza di trasformare il pallone in qualcos’altro. Dopo anni di dominio bianconero in Italia, la sfida odierna vede riequilibrarsi molto i pronostici. Se la Juve viene da una striscia di nove partite a punti dopo il ko nella Supercoppa, è anche vero che la Viola è in piena lotta per l’Europa a otto punti dai bianconeri, e che nei 14 precedenti di Coppa Italia è riuscita a vincere ben sei partite: nessuna come lei contro la Signora, che pure ha perso solo uno degli ultimi sei confronti in questa competizione, sette anni fa, quando fu piegata da una doppietta di Salah. Allegri non ha ancora né Dybala, né Bernardeschi né Rugani (ma domenica ci saranno con ...
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