Giovedì 25 Aprile 2024

Valanga rosa da imitare

Leo Turrini

All’Olimpiade Bianca di Milano e Cortina mancano ancora tre anni. Eppure, rischiano di essere dannatamente pochi.

Sarà detto qui e subito che vengono segnalati ritardi nelle procedure organizzative, lo stesso presidente del CONI Malagò ha fatto suonare più di un campanello d’allarme. Mentre sulla scelta degli impianti (esempio: la pista per bob e slittino) si addensano i sospetti di sprechi finanziari che sarebbero incomprensibili (per usare un eufemismo elegante).

Ma tutto questo, amico che leggi, riguarda le dinamiche politiche, sociali, economiche legate all’evento del 2026. Una Olimpiade può essere il biglietto da visita di un grande Paese, oppure lo specchio di una degenerazione: per ora, giudizio sospeso.

Dopo di che, i Giochi trovano sempre e comunque negli atleti, uomini e donne, i testimonial più credibili. Dunque conviene buttare uno sguardo non distratto sui mondiali di sci alpino, in calendario a breve sulle nevi francesi.

L’Italia è quasi all’anno zero sul fronte maschile. Senza scomodare il fantasma di Alberto Tomba, il settore non produce campioni competitivi ormai da tempo. Resiste il colosso Paris, si sta affacciando il promettente Casse. Ma in slalom e gigante non mandiamo qualcuno sul podio da una vita. Sembra quasi uno sberleffo, se al ricordo delle imprese di AT sommiamo la memoria di Gustavo Thoeni, Piero Gros, Giorgio Rocca.

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