Giovedì 25 Aprile 2024

Un derby da Pazzo: "Ibra, che spettacolo"

Pazzini, doppio ex, punta sugli attaccanti: "Zlatan da una parte, Dzeko e Lautaro dall’altra. Saranno loro a decidere la sfida"

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di Mattia Todisco

Lo chiamano il "Pazzo" e il soprannome di poco differiva dalla Pazza Inter che elogiava le folli qualità della Milano nerazzurra. Nella città che vive di calcio tra due sponde eternamente rivali, Giampaolo Pazzini ha vestito anche i colori del Diavolo, immediatamente dopo, invertendo la rotta con l’amico ed ex compagno Antonio Cassano. Dal cuore dell’area, Pazzini si è trasferito ai bordi del campo come commentatore. Una zona privilegiata per valutare con occhio attento il derby in programma domani.

Pazzini, come arrivano le squadre a questa stracittadina?

"Entrambe bene. Il Milan in campionato sta facendo cose straordinarie. L’Inter è un po’ indietro, ma arriva da una vittoria in Champions con lo Sheriff che ha dato entusiasmo".

L’impegno europeo può influire sull’andamento del derby?

"Le coppe tolgono qualcosa, ma quando vai a preparare una partita del genere le forze vengono ristabilite. C’è talmente tanta motivazione e adrenalina che le fatiche scompaiono. In un San Siro pieno, col derby, sei carico".

Chi può essere protagonista, da una parte e dall’altra?

"In queste partite di solito sono i grandi campioni a fare la differenza. Punto sugli attaccanti. Ibrahimovic da un lato, un animale per queste sfide. Nell’Inter entrambi i titolari, Dzeko e Lautaro".

Che effetto fa vedere due come lo svedese e il bosniaco fare la differenza a quell’età?

"Stanno facendo benissimo. A me Dzeko è sempre piaciuto perché è forte, ha qualità, fa gol, ma sa anche far giocare i compagni. Ibra penso sia qualcosa di clamoroso da vedere a 40 anni, con un tale rendimento e la cattiveria agonistica con cui affronta le partite".

Si aspettava di vedere il Milan a +7 sull’Inter, a questo punto del campionato?

"Mi aspettavo che andasse molto bene perché il lavoro parte da lontano. Ormai da due anni stanno facendo cose straordinarie, ma uno score così è qualcosa di incredibile".

Maldini da una parte, Marotta dall’altra. Quanto c’è di questi dirigenti nel successo delle due squadre?

"Tantissimo. Mi è piaciuto molto come Maldini ha affrontato certe situazioni. Non è uno che difetta di personalità. Il lavoro della dirigenza rossonera è andato avanti prendendo giovani e giocatori forti, dando continuità. Si vede un progetto importante, sia tecnico che umano. Anche Marotta ha fatto un grande lavoro. La società era in difficoltà economica in estate, hanno venduto i due pezzi più importanti della rosa, Lukaku e Hakimi, ma sono là a giocarsela. Hanno incassato, messo al sicuro il club e con quel che avevano si sono rafforzati".

Tatticamente che partita si aspetta?

"Un Milan che vuole fare più gioco, che cerca di comandare la partita e un’Inter che allo stesso tempo cercherà di vincere. Spero che sia un bel derby, giocato bene, con due squadre a viso aperto".

Fa differenza giocare un derby col Milan o con l’Inter?

"No. Fa differenza in che posizione di classifica sei, soprattutto se giochi un derby in cui lotti per lo scudetto o per la Champions. È una partita tra le più viste al mondo, in uno stadio pazzesco".

Nel 2011 giocò un derby per lo scudetto dopo aver rimontato con l’Inter da -13. Una sconfitta può eliminare i nerazzurri dal discorso scudetto?

"Noi ci credevamo. Lo spirito e la mentalità di quella squadra era vincente. Ci abbiamo provato fino alla fine, poi abbiamo perso il derby. Se dovesse vincere il Milan dieci punti sarebbero un gran margine, ma il campionato è lungo. Sarebbe ancora tutto in gioco".

Lei se lo immagina un derby di Milano in uno stadio diverso?

"Io sono un nostalgico. Capisco le esigenze finanziarie delle società, ma San Siro è San Siro".