Mercoledì 24 Aprile 2024

Troppo show, poco sport

Doriano Rabotti

Hanno ragione, e di sicuro non si erano messi d’accordo i quattro ct azzurri che ieri al Coni hanno dato vita a un dibattito di rara qualità: c’erano Mancini per il calcio, Pozzecco per il basket, De Giorgi per il volley e Campagna per la pallanuoto.

Hanno ragione quando parlano di due temi fondamentali per lo sport, soprattutto quello italiano: la valorizzazione dei giovani e la stretta mortale dei calendari internazionali, che ormai sono pieni come un uovo sodo. Col risultato che nel nome dello spettacolo televisivo (non sempre garantito), si moltiplicano gli infortuni degli atleti, gli ultimi ad essere interpellati da chi stila i calendari. "Ma la federazione internazionale non ci ascolta", spiega De Giorgi.

Sui giovani, mentre Mancini confessa di essersi ’estasiato’ per il ct dell’Italvolley capace di vincere subito l’Europeo con una squadra verdissima, Campagna e Pozzecco fissano un punto sul quale dovremmo forse allinearci col fuso orario dei paesi più avanzati: "A 18 anni la crescita fisiologica è già completata, non c’è bisogno di aspettare che gli atleti ne abbiano 23, per lanciarli".

E questa è una cosa che almeno negli sport di squadra, all’estero hanno capito molto prima di noi, si direbbe.